LA DEVOZIONE AL SANGUE DI CRISTO

La spiritualità del sangue di Cristo
«Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue, uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» (Ap 5,9): ecco la mirabile visione dell’Apocalisse in cui le moltitudini cantano la gloria di Dio, riconoscendo la potenza del sangue preziosissimo di Gesù Cristo. Il sangue di Cristo è la più grande e perfetta rivelazione dell’amore trinitario e la sua effusione vivificante è sorgente della Chiesa, che continuamente rinasce, santa e immacolata, nutrendosi del sangue divino e, attraverso di essa, è riscatto per l’uomo peccatore a cui vengono donate ricchezza, libertà, gloria e salvezza. La Chiesa è, infatti, santa, pur comprendendo al proprio interno peccatori, poiché sua unica vita è quella della grazia: vivendo della sua vita i membri si santificano, mentre sottraendovisi cadono nel peccato e si perdono. Per questo la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il sangue di Cristo e il dono dello Spirito Santo!

Le origini della devozione
La devozione al preziosissimo sangue risale alle origini stesse del cristianesimo, come testimonia la Parola di Dio del Nuovo Testamento. Altre testimonianze sono gli scritti dei Padri antichi, tra i quali sant’Agostino: «Cristo rese prezioso il sangue dei suoi seguaci per i quali aveva pagato col proprio sangue. Considera perciò, o anima redenta dal sangue dell’Agnello senza macchia, quanto grande sia il tuo valore! Allora non reputate voi stessi di poco valore, se il Creatore dell’universo e vostro vi stima tanto da versare ogni giorno per voi (nell’Eucaristia) il sangue preziosissimo del suo Unigenito».

Nei secoli seguenti, e in particolare dal Medioevo, la devozione al sangue di Gesù assunse espressioni più marcate con l’accentuarsi della devozione all’umanità di Cristo, specialmente a opera di san Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), di san Francesco d’Assisi (1182-1226) e dei loro discepoli.