SERVA DI DIO
“SERVA DI DIO VINCENZINA CUSMANO, CHE SERVISTI I POVERI A MONREALE, PREGA PER NOI”.
Era nata a Palermo il 6 gennaio dal 1826, primogenita di Giacomo e di Maddalena Patti. A lei seguirono Pietro, Giuseppina, Giacomo e Giuseppe. Rimasta orfana di madre a dodici anni, dovette lei fare da mamma alla sorella e ai fratelli, che educò a una vita ferventemente cristiana, nella pratica più assidua e devota dei sacramenti, nella preghiera costante e profondamente sentita, nella generosa e attenta carità verso i tanti poveri che bussavano alla porta di casa Cusmano, o che lei e i fratelli andavano a cercare nei tuguri. Fu così la prima educatrice del Beato Giacomo, il grande apostolo della Carità che nel 1867 fonderà il «Boccone del Povero», spinto dal suo ardore di carità. Nel 1878, il Beato Giacomo Cusmano, particolarmente dopo un sogno rivelatore, decise di dare inizio alla fondazione, da tempo ideata, di un istituto religioso detto delle «Serve dei Poveri», tutto dedito al servizio dei più poveri. L’istituto nacque a Palermo il 23 maggio 1880, festa della SS. Trinità, con lo scopo preciso di esercitare il «ministero di carità» verso coloro che «sono di nessuno», servendoli «dalla culla alla tomba» con generosa abnegazione e nella fede ardente che in loro è lo stesso Gesù Cristo. Vincenzina ne fu la Madre e la Superiora Generale. L’istituto ebbe una rapida diffusione. Nelle fondazioni delle case M. Vincenzina ebbe un ruolo primario. Era quasi sempre lei la prima superiora della nuova casa, garantendo così l’unità di ordinamento e di conduzione delle comunità e delle opere apostoliche, informando tutto l’istituto, suore, comunità e opere, allo stesso spirito cusmaniano. Era sempre la prima nel sacrificio, dormendo anche per terra o sulla nuda paglia per cedere il letto ai poveri, soffrendo il freddo e restringendo al minimo indispensabile le sue esigenze per lasciare il meglio alle orfane o ai poveri ricoverati. Visse così l’esperienza mistica dello spogliamento totale in favore di Gesù presente nel povero, privandosi di tutto, cibo, letto, vestito, per «rivestirne il Povero di Gesù Cristo» e gustando «la dolcezza della vera povertà», secondo la pregnante spiritualità cusmaniana. Prima «serva dei poveri», ne fu la Madre e il modello esemplare, incarnando e trasmettendo alle sue figlie spirituali le virtù proprie del carisma cusmaniano. Anche i sacerdoti, i Missionari Servi dei Poveri fondati dal beato Giacomo Cusmano nel 1887, sentivano per lei grande venerazione e rispetto. Particolarmente dopo la morte del Fondatore l’affetto di tutte le figlie del Cusmano si incentrò in lei, considerata la reliquia vivente del Fondatore per la sua vicinanza unica con il beato Giacomo e soprattutto per la sua eccezionale virtù. La sua vita fu tutta condotta all’insegna della Regola cusmaniana», la cui osservanza era per lei una via sicura nel cammino della santità.
Culto per i Poveri, intimamente connesso con il suo smisurato amore a Gesù Eucaristia, umiltà profonda, ubbidienza assoluta nella più totale adesione alla Volontà di Dio, povertà eccezionale ed eroica, amore oblativo e materno verso le suore, le orfane e i poveri che venivano amorevolmente accolti e serviti nella casa, furono le virtù religiose che segnarono particolarmente gli ultimi suoi quattordici anni di vita, in un crescendo sempre più fervente e totalizzante. 11 2 febbraio 1894, sei anni dopo la morte del Fratello, lo seguì nella patria celeste, lasciando grande rimpianto e l’esempio fulgidissimo delle sue virtù. Il 27 gennaio 1997 ne è stato aperto a Palermo il processo diocesano di beatificazione, che è tuttora in corso.