70° DELLA 2° GUERRA MONDIALE (1943 – 2013)

70°anniversario della Guerra in Sicilia 1943-2013

Introduzione

La comunità cittadina ed ecclesiale di Montelepre, a settant’anni di distanza si prepara a ricordare il prossimo 10 novembre il drammatico evento della esplosione della polveriera di Piano dell’Occhio, in contrada San Nicolò  in cui perdettero la vita ben 18 persone di ogni età. La commemorazione vuole essere una occasione di preghiera e di suffragio per quanti sono scomparsi in modo improvviso e tragico e di rinnovata riflessione sul tremendo flagello della guerra. Diceva Papa Pio XII nel radiomessaggio del 24 agosto 1939. “Nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra”. Nel marzo 2012 è stata posta nel cimitero di Montelepre una grande lapide marmorea con i nomi delle vittime e la loro età.

Ai piedi di essa è stata posta una lampada. Questa lampada simbolicamente è il nostro cuore, sta a noi, finché saremo in vita, non spegnerla, perché grande è stato il loro sacrificio.

Ripercorriamo ora in modo sintetico gli eventi mondiali e locali partendo dai primi giorni del gennaio del 1943.

SECONDA GUERRA MONDIALE

Il 1° Settembre 1939 incominciò la 2ª guerra mondiale. L’Italia entrò in conflitto, lunedì 10 giugno 1940. Questo fu un “conflitto totale” non solo in senso geografico, ma perché coinvolse tutte le realtà politiche, sociali degli Stati che erano in guerra, colpendo in modo drammatico e diretto anche le popolazioni civili.

I bombardamenti furono il principale strumento di questo coinvolgimento, in Italia le vittime furono circa 70.000 mila. Loro obiettivo distruggere i centri di comunicazione, le aree industriali, fino ad arrivare al cosiddetto “area-bombing”, il bombardamento a tappeto nel perimetro urbano delle città nemiche. In questo modo si voleva mettere in ginocchio la popolazione, riempirla di paura ed invogliarla a non appoggiare le scelte del regime fascista.

Nei primi due anni di Guerra (1940-1942) Palermo aveva subìto poche incursioni aeree: la prima ad opera dell’aviazione francese avvenne nel pomeriggio del 23 giugno 1940, ed altre successive, eseguite da aerei inglesi provenienti da Malta, che causarono danni ad alcuni edifici.

Sul finire del 1942, a seguito dello sbarco degli eserciti alleati in Africa e in modo particolare in Tunisia, l’aviazione degli alleati bombardava chi portava rifornimenti ai soldati rimasti a presidiare l’Africa del Nord.

Dal gennaio del 1943 con la storica decisione di Casablanca “dell’attacco alla fortezza Europa” i bombardamenti sul territorio siciliano furono continui, gli obiettivi non erano soltanto le fabbriche belliche o i nodi ferroviari o marittimi ma il morale della popolazione civile.

Con il diluvio delle bombe la vita delle persone diventò una tragedia… quei momenti venivano passati dalle persone nei rifugi antiaerei o dagli anziani, nelle stanze a pregare. Le città prese di mira furono: Palermo, Catania, Messina, Comiso, Gela, Sciacca e Caltanissetta.

Il patrimonio monumentale ed artistico subì danni irreparabili. E la prima pesante incursione aerea avvenne, improvvisa, nelle prime ore del pomeriggio del 07 gennaio 1943. Tra i quartieri colpiti quello dove sorgeva l’Istituto delle Figlie della Misericordia e Croce a Santa Chiara vicino la Chiesa di Casa Professa.

In quella circostanza perdettero la vita cinque Suore e nove ragazze; altre gravemente ferite furono trasportate nei vari ospedali della città, quelle che rimasero incolumi si trasferirono al villino della Colonia in Via Evangelista di Blasi… A Santa Chiara rimase un mucchio di macerie fumanti!

Le altre incursioni avvennero: nella notte del 03 al 04 febbraio; nel pomeriggio del 05 febbraio; la sera del 22 dello stesso mese. E poi la notte tra il 28 febbraio ed il 01 marzo; nella notte tra l’11 ed il 12 marzo; altri bombardamenti avvennero il 05 aprile e nei giorni 15,16 e 17 dello stesso mese.

In seguito a questi eventi dei primi mesi del 1943

gravissimi furono i danni subìti dalle abitazioni ma soprattutto quelli arrecati al patrimonio monumentale: palazzi, chiese, biblioteche, edifici pubblici distrutti o gravemente danneggiati.

Molte persone, prese dal terrore, abbandonarono la città… alcune orfanelle e Suore delle Figlie della Misericordia e Croce vennero ad abitare a Montelepre. Il ricordo del bombardamento del 09 maggio 1943 è però quello che è rimasto più scolpito nella mente degli abitanti di Palermo che hanno vissuto quella tragica domenica.

Erano le 12:40 per più di un’ora circa 500 “fortezze volanti” o “bombardieri americani” si avvicendarono nel cielo di Palermo sganciando una quantità rilevante di bombe che portarono distruzione e morte a donne, vecchi, bambini che non avevano nulla a che vedere con la guerra la città cambiò volto; interi quartieri vennero ridotti a cumuli di macerie; strade, piazze, decine di monumenti perduti per sempre. Tra questi luoghi ricordiamo: la Basilica della Magione, la chiesa di Casa Professa, la chiesa di San Francesco d’Assisi, di Santa Maria della Catena, il monastero di Santa Caterina.

Indiscrivibile il terrore, il pianto disperato dei sopravvissuti, dei volti coperti di polvere, con le braccia e le mani incrostate di terra… compito dei superstiti fu quello di cercare tra le rovine, disseppellire i morti, allinearli sulle strade in attesa di essere trasportatialtrove. In meno di venti minuti i morti furono più di 1500 (millecinquecento).

Monreale – luglio 1943

Lo Sbarco degli Alleati – LUGLIO 1943

“Le truppe americane sbarcarono sull’isola del sole, sulla spiaggia meridionale della Sicilia, su una vasta area priva di ostacoli naturali, ma ricca di una vegetazione lussureggiante. La guerra investì e distrusse gli aranceti, gli ulivi d’argento e i secolari carrubi, i verdi mandorli e i paesi e le città. Fu la gente semplice quella che soffrì di più, che sperimento gli orrori della guerra; il suo livido alone di distruzione, di dolore e di lutto ed emerse il bisogno di una pace operosa e di una fraternità universale. Aveva scritto Virgilio nell’Eneide (XI canto v. 362): “Nulla salus bello: pacem te poscimus omnes”. Non c’è salvezza nella guerra; o pace, tutti ti invochiamo.” (Cammarana – G. Ciriacono – Lo sbarco angloamericano in Sicilia – 2008)

Nei giorni successivi allo sbarco degli alleati a Gela, iniziato il 10 luglio 1943, 73 (settantatre) prigionieri italiani furono brutalmente uccisi a sangue freddo da un plotone della 45ª divisione americana mentre venivano portati dietro la prima linea e precisamente nelle località di Biscari (oggi Acate) e Comiso. Chi diede l’ordine per il massacro fu George Smith Patton, generale della VII Armata statunitense e comandante della divisione; un militare cinico e disumano, dal linguaggio e dal carattere violento.  Dopo la battaglia di El Alamein, in cui si manifestò il valore dei soldati italiani, con il sacrificio della “Folgore”, della “Pavia”, della “Bologna”, della “Trento”, della Brescia”, della “Littorio”, della “Ariete” e delle altre unità di combattimento, e terminò il sogno di conquistare l’Egitto e la Tunisia che finì con la capitolazione delle truppe germaniche e di quelle italiane,  Franklin Delano Roosvelt Presidente degli USA e Winston Churcill, Primo Ministro britannico diedero mandato ai capi di Stato Maggiore, il 23 gennaio 1943, nella conferenza di Casablanca, di attaccare la Sicilia.  Lo sbarco venne fissato all’alba del 10 luglio. L’11, il 12 e il 13 giugno vennero occupate le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa e iniziarono così i bombardamenti sugli obiettivi militari, sulle città e sui paesi con lo scopo di abbassare il morale della popolazione dell’isola  con una abbondante pioggia di bombe. Oltre a queste gli americani e gli inglesi lanciarono migliaia di volantini invitando la popolazione a non collaborare più con i fascisti e i tedeschi loro alleati. All’alba del 10 luglio 1943 incominciò il cannoneggiamento della costa da parte della navi americane. La reazione delle forze aeree italo-tedesche sembrò all’inizio efficace, si rivelò poi debole. Infatti non riuscì a contenere lo sbarco di uomini e di mezzi della VII armata americana. Nelle spiagge di Gela Macconi Scoglitti combatterono con valore la XVIII brigata guidata dal generale Orazio Mariscalco, la divisione tedesca “Hermann Goering” guidata dal generale Paul Conrath, la divisione di fanteria “Livorno” guidata dal generale Domenico Chirieleison, la 207ª divisione del generale Otorino Schreiber. La divisione “Livorno” perdette oltre settemila uomini tra soldati ed ufficiali e la divisione Hermann Goering ebbe la metà dei suoi carri “Tigre” distrutta. La conquista della Sicilia terminò il 17 agosto dopo i cruenti combattimenti di Assoro e di Troina.

Corleone – luglio 1943

L’avanzata delle truppe USA verso PALERMO

La sera del 20 luglio, il generale Guzzoni ordinava la smilitarizzazione delle Madonie e l’arretramento verso Messina per creare uno sbarramento da Santo Stefano di Camastra – Nicosia sino a Cesarò. Questo ordine aprì la strada al Generale Patton verso la conquista di Palermo. Le truppe americane avanzarono da Santo Stefano di Quisquina a Prizzi e poi a Corleone. Da qui di diressero verso San Giuseppe Jato… Da un articolo pubblicato il 09 agosto da Jack Belden sulla rivista LIFE ricaviamo quanto segue: “…giungemmo nel paese di San Giuseppe. Strane cose stavano avvenendo qui. Una colonna americana di camion cingolati, si era fermata nel mezzo del paese. Dai balconi ragazzi e vecchi gridavano, gesticolavano e sventolavano fazzoletti… fiori venivano gettati, da giovani donne le quali lanciavano baci e sembrava che tutta la strada fosse in movimento. Nella folla un uomo porgeva recipienti pieni di vino, invitando i soldati a bere. In testa al gruppo di uomini e donne a Giacalone una persona venne incontro ai soldati e gridò: “voi siete il mio salvatore”. Dietro le coperte c’era una folla di gente malnutrita, povera, che acclamava, gridava, batteva le mani, prima piano e poi in modo chiassoso. Un prete con la stola rossa, passava facendo dei gesti come se stesse benedicendo.  Alcuni gettavano sulle camionette cocomeri ed albicocche… Dappertutto, rumore, trambusto e grida. Attraverso la folla che ci dava il benvenuto una colonna di soldati italiani marciavano su un lato della strada con le braccia alzate sulla testa… Quei prigionieri guardavano con espressione stupefatta il popolo che acclamava gli invasori ed i conquistatori che fino a pochi minuti prima essi avevano tentato di tenere fuori dal paese. E i soldati italiani, mentre passavano attraverso la folla dei loro connazionali che acclamavano i soldati di un altro paese, si sentirono veramente amareggiati”.

SAN GIUSEPPE JATO – LUGLIO 1943

BOMBARDAMENTO DI ROMA 

Lunedì 19 luglio 1943, l’aviazione statunitense bombardava Roma. Prima di decidere il raid gli alleati anglo-americani fecero una serie di considerazioni di carattere politico, culturale, militare e religioso. Roma non era un bersaglio secondario, bisognava colpire solo sedi di interesse militare evitando luoghi di importanza storica e religiosa. L’attacco aereo colpì soprattutto il quartiere San Lorenzo e provocò circa 1800 morti, lì c’era uno scalo dove avveniva il trasporto delle armi per tutto il Paese. Nelle prime ore di quel giorno, alcuni aerei britannici lanciarono un gran numero di volantini con i quali si preannunciava l’attacco aereo. Nelle ore di preparazione veniva a tutti ricordato che erano lontani dal bersaglio sia il Vaticano che le Basiliche di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura. Nel giro di quasi sei ore, il 19 luglio, furono sganciate su Roma 9125 bombe di vario calibro da 690 aerei tra quadrimotori e bimotori, per 930,30 tonnellate di esplosivo, che provocarono danni inestimabili al patrimonio storico-religioso della città. Particolarmente colpiti furono il cimitero del Verano e la Basilica di San Lorenzo, uno dei primi edifici a cedere sotto le bombe. Nel cimitero furono dissepolte molte salme e subito dopo sepolte in fosse comuni. Al termine del bombardamento lo scenario era apocalittico, il morale della popolazione era a terra: nel pomeriggio di quello stesso giorno Pio XII visitò il quartiere parlando più con gli occhi e le lacrime che con le parole.

Il 13 agosto Roma subì un ulteriore attacco con lo scopo, di distruggere lo scalo di San Lorenzo. Vennero impiegati più di 420 aerei che sganciarono altre 2000 bombe. Questo secondo bombardamento ebbe risonanze mondiali.

L’OCCUPAZIONE DI PALERMO

Nella tarda mattinata del 22 luglio, la terza divisione USA si affacciò dalle colline che circondavano la città ed il suo porto. Anche la seconda corazzata, qualche ora dopo, fu pronta ad intervenire. Alle truppe americane si arrese il generale italiano di brigata Giuseppe Molinero e subito dopo offrì la resa della città. I soldati americani vennero accolti come liberatori. Il Palazzo dei Normanni diventò la sede del quartier generale americano, e tra le tante visite si registrò quella del vicario generale del Cardinale di Palermo Luigi Lavitrano . La città apparve nelle sue reali e spaventose  condizioni di rovina, di distruzione, di morte.  Riportiamo la testimonianza della figlia del Duce, Edda Mussolini, venuta come crocerossina prima dello sbarco anglo-americano. “A Palermo lo spettacolo di desolazione è piuttosto forte. La città vicino al porto è particolarmente a terra, alcune della vie principali sono semidistrutte. A parte i morti, ci sono tanti feriti e tutti quelli che hanno perso tutto muoiono di fame e di freddo.  Dopo l’incursione del 09 maggio, la popolazione è rimasta senza pane per sei giorni, in quanto nessuno dei trecento forni ha funzionato. Manca l’acqua da un mese, i telefoni funzionano a singhiozzo… nel campo alimentare da mesi non si vede la carne. Necessitano pasta, medicinali, indumenti… Vi chiedo, per quanto è possibile, di inviare roba… il problema è gravissimo e può diventare catastrofico da un momento all’altro…”.  La conquista della Sicilia: una vittoria amara è da considerarsi non una impresa significativa realizzata dagli anglo-americani durante la seconda guerra mondiale. Ebbe un sapore amaro sia per il numero elevato dei soldati uccisi, sia per le numerose improvvisazioni per occupare l’isola, in poco tempo.

L’evacuazione italo-tedesca dell’isola, verso il continente non trovò grossi ostacoli.

PALERMO – LUGLIO 1943

Evidenziamo in modo sintetico i fatti principali del luglio 1943

Sbarco delle truppe Anglo-Americane nel Sud della Sicilia tra Capo Passero e Licata;

Sabato 17: gli alleati sorvolano Roma ma non la bombardano;

Lunedì 19: intorno alle 11:00 del mattino Roma viene bombardata;

Mercoledì 22: le truppe Inglesi e Americane entrano a Palermo;

Sabato 24 e domenica 25: Roma – Caduta del Regime Fascista;

Il Re Vittorio Emanuele III fa arrestare Benito Mussolini e nomina al suo posto, capo del governo il Generale Pietro Badoglio;

Tra il 26 e il 28 la città di Amburgo in Germania viene rasa al suolo… sono circa 50.000 le vittime di questo tremendo raid.

Agosto 1943

Il 04 agosto in contrada Naca-Ricuzzo, poco fuori l’abitato di Montelepre: Francesco Iacona di anni 9 e suo fratello Giovanni di anni 7, figli di Giovan Battista e di Francesca Candela perdettero la vita con una bomba trovata per caso mentre raccoglievano le mandorle in aiuto al loro padre.

Nonostante che Mussolini fosse caduto, il fascismo finito, la guerra continuava e sulle grandi città del Nord ripresero i bombardamenti in quanto l’aviazione alleata aveva il dominio dei cieli…

13 agosto: Bombardamento di Milano e distruzione del Teatro della Scala;  Nuovo bombardamento di Roma.

Settembre 1943

A Salvatore Giuliano fermato per controllo da due Carabinieri e da due campestri, gli venne sequestrato del grano che aveva comprato a San Giuseppe Jato. Nel tentativo d recuperare la carta d’identità che era rimasta ai carabinieri, ne ferì uno in modo grave e dopo aver raggiunto con fatica Montelepre Salvatore Giuliano  se ne andò a Palermo per farsi curare” E da quel momento diventò un latitante. L’indomani 03 settembre, venne firmato a Cassibile (SIRACUSA) l’armistizio fra l’Italia e gli Alleati, che sarebbe poi stato reso noto cinque giorni dopo, l’08 settembre. In questo modo l’Italia venne divisa in due.

Roma venne abbandonata dal Re e dal Generale Pietro Badoglio (1871-1956) ed occupata dai Tedeschi… A piazza del Popolo, a porta Pia, a porta Maggiore stazionavano notte e giorno i carri armati dei Tedeschi. Agli inizi dello stesso mese venne liberato sul Gran Sasso, a Campo Imperatore Benito Mussolini dai Tedeschi e portato nel Nord Italia dove si costituì un nuovo governo fascista; la Repubblica Sociale Italiana, a Salò, sul lago di Garda. Con il trasferimento di uffici, enti, ministeri, organismi statali e parastatali. Gli Alleati Anglo-Americani salirono verso il Centro-Italia e le condizioni del popolo diventarono disperate… chi aveva argenteria, ori, lenzuola, biancheria ricamata, orologi, oggetti antichi li vendeva per poter comprare farina, olio, zucchero… con l’inizio dell’inverno incominciò a scarseggiare anche il carbone e per rifornirsene bisognava fare la coda e attendere ore.

10 NOVEMBRE: L’ESPLOSIONE DELLA POLVERIERA

Diamo voce alla testimonianza di Vincenzo Purpura su quel tragico evento: “Nel 1943 avevo  iniziato a frequentare la scuola elementare e, ancora oggi, conservo nella mia mente il ricordo terribile avvenuto il 10 novembre del predetto anno; difatti, nella mattinata si sentì un fortissimo boato e, subito dopo, il cielo che era sereno, a poco a poco, cominciò ad offuscarsi di una coltre di nube densa che diventava sempre più fitta e soprattutto: acre e maleodorante. Di fronte a questo pauroso evento si levò il grido di dolore dei monteleprini: “È esplosa la polveriera di Piano dell’Occhio”. Quella polveriera che non era più custodita dai militari, divenne abbandonata a se stessa e cominciò ad essere il luogo dove la gente che non sapeva cosa e come fare per sopravvivere, inconsapevolmente, andava a cercare tra le cassette di munizioni e quant’altro vi era depositato, alla ricerca di ciò che poteva essere a loro utile. E così in quel tragico 10 novembre del 1943, assieme alle centinaia di migliaia di vittime civili della seconda guerra mondiale, a livello nazionale, si aggiunsero, purtroppo, le 18 vittime dei nostri concittadini che oggi, alla distanza di settanta anni di quel tragico fatto di cronaca, li vogliamo ricordare. Auspicando che, fatti dolorosi simili, non avvengano più, non soltanto nel nostro territorio, in Sicilia, in Italia nè in qualsiasi altra parte del mondo, affinchè, in ogni angolo di questo Pianeta erra, possa regnare: la pacifica, civile e democratica convivenza tra tutti i popoli.

ELENCO DELLE PERSONE DECEDUTE IL PER LO SCOPPIO DELLA POLVERIERA IN CONTRADA SAN NICOLÒ E CONFERMATO DAL PRETORE DI CARINI IL 07/12/1943.

Anello Antonino di Giuseppe e Scadi Maria, di anni 40

Anello Salvatore di Antonino e Garofalo Girolama, di anni 14

Barone Giovanni di Giuseppe e Vassallo Domenica, di anni 22.

Candela Giovan Battista di Vincenzo e di Barone Maria, di anni 35

Cucchiara Salvatore di Vito e di Cucchiara Ignazia, di anni 52

Crisafi Vito di Salvatore e di Di Maggio Anna, di anni 20

Gaglio Antonino di Giacomo e di Cucchiara Teresa, di anni 16

Gaglio Filippo di Antonino e di Randazzo Giuseppa, di anni 29

Gaglio Salvatore di Rosario e di Genovese Giuseppa, di anni 33

Lino Salvatore di Fortunato e di Gaglio Rosa, di anni 15

Palermo Francesco di Vincenzo e di Palermo Vincenza, di anni 29

Palermo Ignazio di Vincenzo e di Palermo Vincenza, di anni 16

Sapienza Vincenzo di Vincenzo e di All’ano Giuseppa, di anni 24

Termini Giuseppe di Calogero e di Cannavò Rosaria, di anni 35

Terranova Salvatore di Santo e di Maddalena Salamone, di anni 26

Terranova Santo di Vincenzo e di Sapienza Antonia, di anni 12

Traina Giuseppe di Giovanni e di Caruso Rosa, di anni 13

Traina Vito di Giovanni e di Caruso Rosa, di anni 29