CHIESA S. ANTONIO DA PADOVA

IMG-20160226-WA0060La chiesa di Sant’Antonio da Padova in Montelepre sorge per espresso desiderio di Mons. Francesco Testa, arcivescovo di Monreale dal 1754 al 1773, nel corso della visita pastorale del 1761.

Promotori della costruzione sono Don Francesco Di Lorenzo e Francesco Terranova, un benefattore del rione denominato piano della Torre.

I lavori sono durati per ben sedici anni (1761/1777). La chiesa, a tre navate misura metri 20,00 x 16,50, è stata consacrata nel dicembre del 1769, anche se mancava dei lavori di rifinitura.

Nel 1772 viene nominato primo cappellano, il sacerdote Francesco Di Lorenzo che affiancato da altro benefattore, Paolo Catalano, porta a compimento i lavori.

Probabilmente in questo periodo vengono commissionate le tre tele “S. Benedetto da Norcia”, L’ “Adorazione dei Magi” e l’ “Immacolata Concezione”, a dei pittori che stavano affrescando le volte della chiesa Madre di Carini.

Sino al 1952 nella navata laterale destra al secondo altare, si trovava il quadro di San Benedetto; nella navata laterale sinistra al terzo altare, si trovava il quadro dell’Adorazione dei Magi.

Dopo il restauro le due tele sono state poste ai lati del presbiterio della chiesa: a sinistra quello raffigurante S. Benedetto (m. 1,70 X2,25) attribuitochiesa sànt' antonio 1 al pittore Giuseppe Salerno con la collaborazione di Pietro novelli di Monreale; a destra quello dell’Adorazione dei Magi (m. 1,70 X 2,25). Il quadro di San Benedetto rappresenta la scena di un soldato sdraiato a terra che poggia il gomito destro su una roccia, con accanto un libro aperto con incisa una scritta. San Benedetto tiene la mano destra alzata come a benedire il soldato ed indossa un saio di colore nero; il suo volto è molto espressivo.

In basso c’è un angioletto seduto accanto al soldato, ha uno sguardo di meraviglia, mentre gli altri sembrano guardare con smarrimento.

Altri esemplari si trovano nella chiesa del monastero di San Martino delle Scale (PA).

Il soggetto del quadro “l’adorazione dei Magi” raffigura la Madonna seduta all’estremità della casa; tiene il bambino sulle ginocchia. Accanto a Lei, in piedi Sant’Elena, madre di Costantino il Grande, che tiene tra le mani una croce (prefigurazione della passione).

I magi sono uomini nobili, vestiti con abiti sontuosi di stile orientale e corone ala testa, camminano portando i loro doni: oro (regalità) incenso (sacerdozio) e mirra (sacrificio).

San Giuseppe, raffigurato anziano, contempla l’incontro ed ha uno sguardo di ammirazione e stupore, mentre uno stuolo di angeli cantano e lodano.

Per lungo tempo questo quadro fu ritenuto un’opera di Giuseppe Salerno. Dopo il restauro a cura della sovrintendenza di Palermo, nel 1952, l’opera venne attribuita a Jacopo Nigretti (1480-1528) conosciuto con lo pseudonimo di Jacopo Palma detto il “Vecchio” che assimilò l’arte della pittura da due grandi maestri: Giorgione e Tiziano.

Questa tela è una riproduzione di quella originale conservata ed esposta nella Pinacoteca di Brera a Milano. Negli altari laterali ci sono numerosi simulacri lignei e tele di grande valore.

Nella chiesa opera la Congregazione della Madonna di Pompei, il Terz’ordine Secolare Francescano ed il comitato di Sant’Antonio da Padova e Santa Lucia.