ING. SALVATORE BONO

NOTE SULL’INGEGNERE SALVATORE BONO (1867 – 1951)

Testimonianza del Prof. Mazzola Giuseppe 

Desidero, accogliere il gentile invito del Sac. Santino Terranova a dare un mio contributo specifico, con una cronistoria sulla nostra “Biblioteca Comunale Salvatore Bono” che, deliberata nel 1960, è stata successivamente realizzata dall’Amministrazione guidata da Andrea Cordaro nel 1997, ma che aspetta ancora di essere ufficializzata con la semplice apposizione di una “targa” che ne indichi l’intitolazione e, se possibile, la necessaria presentazione ai concittadini. Intanto è doveroso ringraziare il Dott. Antonino Oddo per la sensibilità  con cui ha preso a cuore  la definizione dell’intestazione deliberata nel lontano 19 aprile 1960 dal Consiglio Comunale, presieduto dal Sindaco Avv. Giacomo Mazzola con una deliberazione  unanime dei presenti, tra cui l’unico rappresentante del PCI. La successiva compagine commissariale ha ulteriormente definito la pratica con il Nulla Osta della Storia Patria e l’approvazione della Prefettura di Palermo. Molti monteleprini si chiederanno chi è l’Ing. Salvatore Bono (nato a Montelepre il 04 febbraio 1867 e morto a Palermo il  05 ottobre 1951), quali meriti ha acquisito e cosa ha rappresentato per i suoi concittadini per meritare ciò. L’iniziativa è partita dal figlio Francesco, allora Ingegnere capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Gorizia il quale, con l’appoggio dell’Amministrazione Comunale di Montelepre,  trasportò centinaia di libri per istituire una Biblioteca che fosse messa a disposizione dei monteleprini per una ripresa più confacente dell’attività culturale, resa più problematica dalle tristi vicende del banditismo che avevano coinvolto la nostra comunità. L’iniziativa si arenò per l’improvvisa scomparsa dell’Ing. Francesco Bono e per la mancanza di successive sollecitazioni in tal senso. Nel 1989, l’amico e collega Avv. Prof. Ettore Mannino mi ha fatto dono di una copia di una xilografia di Tranquillo Marangoni, realizzata su commissione dell’Ing. Francesco Bono. Vi è stilizzato il panorama di Montelepre con la scritta, in basso a sinistra, “Biblioteca Comunale Salvatore Bono”, con un foglietto, con l’intestazione  del suo ruolo professionale di “Cassazionista”, con su scritto: << Palermo 30/04/89   Caro Pippo, io ne farei un quadretto a testimonianza dello squallore dei “Comunali”! >> Come sapete ho fatto più di un semplice quadretto creando il frontespizio del libro dedicato al nostro Paese intitolato “Montelepre tra Separatismo e Occidentalismo” dove racconto la nostra verità sulla strage di Portella delle Ginestre”. Dal 2005 ho cercato in tutti i modi di coinvolgere le Amministrazioni Comunali che si sono succedute, ma con, a dir poco, deludenti e inspiegabili risultati. Da allora si sono sentite solo sporadiche iniziative d’intitolazioni settoriali, ma soltanto per prendere o perdere tempo inutilmente. Tra i tanti personaggi importanti che ha avuto il nostro Comune, si è voluto scegliere Salvatore Bono, anche perché gli amministratori del dopo guerra  ricordavano bene le qualità umane e l’impegno da lui profuso per migliorare le condizioni precarie dello stato sociale dei suoi concittadini. Personalmente, avendo avuto la fortuna di stargli vicino, anche se fanciullo e già avviato agli studi, mi sono assunto l’immenso piacere di presentarvelo, non prima però di aver fatto una panoramica succinta ed essenziale di quel tempo, per una comprensione più consona  del periodo storico che va dalle lotte risorgimentali all’avvenuta sospirata Unità e sviluppo successivo della nostra Nazione, che hanno caratterizzato non poco il modo di essere del nostro personaggio. La famiglia Bono apparteneva alla nuova classe benestante dell’800 cosiddetta borghese, ma si distingueva per apertura mentale e per sensibilità verso i problemi derivanti da  una  più che millenaria incresciosa suddivisione in piccoli stati di un territorio che aveva dato lustro a più di un millennio di storia romana nel mondo che allora contava. Le influenze  della  rivoluzione  francese davano i loro frutti in tutta l’Europa e già nel 1848 si evidenziavano: il varo in Sicilia,  con  la  grande  rivolta  del  12  Gennaio,  della  nuova  Costituzione  che metteva il Parlamento al di sopra dello stesso Re, ma presto disattesa dal Governo Borbonico; la pubblicazione del “Capitale” di Marx, che fece seguito alla 1a Rivoluzione Industriale; un’ondata rivoluzionaria che interessò: Vienna contro l’assolutismo degli Asburgo; Ungheria, Croazia e Boemia per l’autonomia politica e amministrativa; Milano con “le cinque giornate”, che diede inizio alle guerre d’indipendenza. Proprio prima che scoppiasse la terza guerra d’indipendenza del 1866 fu concepito il personaggio di cui parliamo, nato il 04/ 02/1867, tre anni prima della proclamazione di Roma Capitale,  nel  bel mezzo delle insoddisfazioni create da un Governo unitario, che si affaccendava  a spogliare la Sicilia e il Meridione, che indusse i palermitani e la sua provincia a organizzare  la  rivolta “del sette e mezzo” e  provocando la nascita del cosiddetto “brigantaggio” del Sud. Possiamo  solo  immaginare  l’atmosfera  caotica  e  preoccupante  dello  stato in cui si vennero  a  trovare  i  nostri  bisnonni e trisavoli, soprattutto quei pochi che avevano avuto la fortuna di imparare a leggere e a scrivere e, quindi, a capire in linea di massima ciò che stava accadendo e ciò che sarebbe potuto accadere. Ebbene,  Francesco  Bono,  padre  di  ben  dieci figli, di  cui due morti prematuramente, come era facile  allora,  mazziniano  e  carbonaro   per  tradizione  familiare,  comprò  casa  a Palermo  in  via Ugo  Bassi  31,   per   fare   studiare   il   nostro  Salvatore  intestatario  della Biblioteca, assieme alla sorella Maria che  diventò la maestra per tanti bambini monteleprini. Siamo, quindi, di fronte ad un nucleo familiare che è vissuto attivamente nell’atmosfera risorgimentale  di  rivalsa  contro  gli  interessi  particolaristici  di  numerosi rappresentanti di Case  aristocratiche  che  dominavano  in  Europa  e  che  avevano  tutto  l’interesse  di tenere l’Italia spezzettata. Questi princìpi  sono serviti, ad Unità conseguita, a corroborare  la  voglia di riscatto per un avvenire migliore per i propri figli e per la società nel suo complesso. Ecco, da dove derivano le qualità del nostro Salvatore Bono che si sono tradotte in serietà, severità, ma allo stesso tempo in umiltà e bontà grazie alla sua cultura e alla sua indole. Voglio sottolineare  che  è  stato  l’unico, tra  coloro  che  si sono messi in evidenza nel Comune d’origine, a rientrarvi, da pensionato  e  mettersi a disposizione  ed  al servizio della comunità rendendosi meritevole di questo odierno riconoscimento. Non a caso la suddetta delibera del Dottor Oddo rende giustizia “ad un uomo che mise a   disposizione  della  comunità  dei  propri   concittadini  le  sue  qualità   morali,  umane, professionali  e  civili per migliorarne la qualità di vita, nel rispetto delle leggi vigenti”. Mi  sono  permesso  di  citare  la  Maria Bono  ,  perché  allora  eravamo in un periodo difficilissimo   in  cui  le  statistiche  sul   numero  complessivo  degli  analfabeti  in  Sicilia ammontava  al 90,2%, mentre tra le donne che si sposarono dal 1867 al 1871 la percentuale ammontava al 99,11%, percentuale che nel censimento del 1881 si abbassò solo al 98,33%. Vi chiederete come mai ciò fosse stato possibile. Prima dell’Unità studiavano solo i figli dei benestanti presso i preti. Il nuovo Stato Unitario aveva delegato i Comuni ad approntare classi e insegnanti con l’onere di pagare le spese con la riscossione improbabile di ulteriori tasse. Il fallimento era assicurato e gli stessi aspiranti studenti che avevano i mezzi economici non  potevano  raggiungere  le  scuole  in  altri paesi per mancanza di strade, ponti e mezzi di locomozione.  Montelepre  fu  avvantaggiato dalla vicinanza con la città di Palermo e dal suo millenario  collegamento  con  la stessa.  Da  qui  passava  la  strada  che collegava Trapani e Marsala  alla  capitale  dell’isola,  l’odierna  Strada  Provinciale, non a caso,  n° 1 che collega Montelepre a Palermo. Ritengo  doveroso,  tuttavia,  menzionare  gli  altri  personaggi importanti espressi dalla comunità monteleprina che vivevano allora un periodo davvero illuminato e che, come potete costatare, erano invariabilmente maschi: Paolo  Migliore,  grande  protagonista  del  movimento  che faceva capo  a Giuseppe Mazzini  e  che  ospitò  per  una  notte  lo  stesso  Giuseppe  Garibaldi,  partecipò attivamente all’organizzazione  di  tutte  le  iniziative risorgimentali dal 1848 in poi, coinvolgendo amici, compaesani   e   parenti   come  il   cognato,   avendo   entrambi  sposato  le sorelle  Zaccaria, Francesco Bono, padre del nostro Ing. Salvatore; il  Magistrato  Filippo  Riccobono,  1° Presidente della Suprema Corte di Cassazione di Palermo  e  insigne  giurista,  le  cui  solenni sentenze erano di esempio per i colleghi di tutta l’Italia  come  materiale  di  consultazione e guida. Pensate che all’inaugurazione della statua ubicata  in  piazza  si  è scomodato da Roma l’amico Presidente del Consiglio V. E. Orlando; il Magistrato Pietro Merra, Presidente della Corte di Cassazione di Palermo; il Prof. Dott. Francesco Purpura, docente presso la Facoltà di Medicina delle Università di Pavia, di Roma, di Messina e infine di Palermo; il Cav. Dott. Giovanni Massa, Direttore del Banco di Sicilia di Palermo; il Dott. Salvatore Albano, 1° Ammiraglio della Flotta Navale Italiana e divenuto Notaio della Città del Vaticano; Monsignor  Saverio Gaglio, prima  che  diventasse  arciprete  di  Montelepre  nel  1921, insegnava  lingua  e  letteratura  italiana,  teologia  e  patristica presso i seminari di Monreale, Cefalù e Siracusa; il Prof. Vito Gaglio era il Direttore dell’Ospedale Civico di Palermo; all’estero si sono fatti onore, tra tutti gli emigrati: Sonny Bono, Sindaco di Palm Spring, Senatore e collaboratore del Presidente Clinton;  l’Ing. Rosario Candela che, amico dei Rockfeller, progettò buona parte di Manhattan. Con queste premesse e più degli altri, l’Ingegnere Salvatore Bono mise a disposizione della comunità monteleprina tutto il suo umile carattere, la sua cultura, le sue radici di buon concittadino  come  Podestà,  dal  24/5/31  al  08/08/37,  facendosi  ben volere perché seppe amministrare  con  oculatezza,  con disinteresse  e  con il solo spirito di servizio, pregi poco comuni,  o  quasi  assenti,  al giorno  d’oggi.  Pensate,  già  nei primi anni riuscì a portare in pareggio  il  Bilancio  Comunale  e,  allorché  si trovò in difficoltà, superò subito l’ostacolo tassando  i  proprietari  delle  sepolture  gentilizie, senza  intaccare le angustie finanze degli indigenti cittadini. Cosa non da poco per quei tempi e figuriamoci per oggi. Appartenendo  al  mondo  occidentale,  noi  discendenti  di  questa  famiglia,  andiamo altrettanto orgogliosi nel ricordare un altro nipote del nostro intestatario della biblioteca, che portava il suo stesso nome e cognome, il quale, sbarcando in Normandia, con l’esercito USA, partecipò alla liberazione dell’Europa ed alla sconfitta definitiva del Nazismo. A  legittimare  definitivamente  l’intestazione  di  questa  Biblioteca  al  Prof. Salvatore Bono,  ritengo  opportuno  evidenziare  quanto  segue”: – Verso la fine degli anni cinquanta, il figlio  Francesco,  che si  distingueva  per  le  intense  iniziative  culturali   svolte in qualsiasi luogo  lo  portasse  la sua attività lavorativa, ebbe, spinto da amore filiale e attaccamento alla comunità  d’origine,  la  felice idea di invogliare l’Amministrazione comunale di Montelepre ad  istituire  una  Biblioteca,  per  la  quale  cominciò  a  fornire  centinaia  di  libri.  La morte improvvisa  per  polmonite  secca,  conseguente  ad  una  visita  in  montagna,  per  una frana incombente su un paesino della Provincia di Gorizia, bloccò sul nascere quell’iniziativa che solo ora è stata portata a termine. Il  suddetto  Ing.  Francesco  Bono  infatti,   come  prima  ho  ricordato,  in  qualità  di Direttore – fondatore  della  rivista  culturale  EX LIBRIS,  aveva  commissionato, al romano artista  Tranquillo  Marangoni,  una  xilografia  con  la piantina  stilizzata  del  panorama di Montelepre,  raffigurante  le abitazioni ricavate da tomi di libri, con l’auspicio, per le future generazioni, che il nostro comune divenisse una fucina di attività culturali. Montelepre  è  fiera  dei  suoi  figli  del passato e si augura che vengano tempi migliori, soprattutto  perché  oggi  tutti hanno la facoltà di studiare e di valorizzare le loro potenzialità. Purtroppo le risorse del nostro ambiente sono quasi nulle, ma già vi sono alcuni che si stanno facendo  onore  in  Italia e all’estero, alcuni anche come scienziati: i fratelli Bagliesi, Adelfio Cristiano,  Antonio Di Piazza  o  docenti  e  valorosi  professionisti  come i figli e i nipoti del nostro   ex   Podestà   Salvatore   Bono,   che  fu  anche  primo  Preside  dell’Istituto  Tecnico Benedetto D’Acquisto di Palermo. I  successi  ottenuti  in  altri  campi  all’Estero  come il commerciale con la creazione di fabbriche (famiglia  Saputo,  fratelli Emiliani)  o  artistici,  la   dicono   lunga  sulle  nostre potenzialità. Voglio  rivolgermi  soprattutto  a  voi  giovani  studenti,  perché le mie intenzioni  sono quelle  di  spronarvi  a  fare  il  massimo  per  migliorare  il  vostro futuro. Voi siete fortunati, rispetto  ai  giovani  che  vi  hanno  preceduto  dall’infausta guerra fino ad una ventina d’anni dopo.  Ricordo  benissimo  i cinque medici, gli avvocati, gli ingegneri che ancora studiavano, fino ai primi anni cinquanta, senza che avessero perduto l’entusiasmo e l’impegno antecedente,  realizzando  i  loro sogni giovanili. Dopo l’infausta guerra e la catastrofe del settennato di Salvatore  Giuliano,  si  è  dovuto  aspettare  il  1958, cioè 20 anni, per registrare le prime due nuove  immatricolazioni  (G. Mazzola e M. Pizzurro),  seguite  da  un’altra due anni dopo (E. Vicari)  ed  ancora  un’altra l’anno appresso (G. Dicevi), perché alcuni, per carenze di risorse economiche, conseguenti all’embargo internazionale nell’era fascista, alla disastrosa guerra e al  triste  periodo  giulianeo,  avevano  dovuto  optare  per  un diploma magistrale dopo avere abbandonato il Liceo Classico (come F. Barone e G.nna Buccheri). Vi  è  stata  una  caduta  verticale  dalla  quale ancora stentiamo a risalire. La recessione economica  di  quel  tempo  ha  smorzato  le  iniziative  culturali,  la  formazione  e lo slancio creativo  della  nostra comunità.  Chi è riuscito a spiccare, lo deve alle positività della propria famiglia,  alla  capacità  di  allargare  i  propri  orizzonti  senza  farsi  irretire  dal tran tran del piccolo  borgo.  Ciò  che vi auguro  è  quello  di  guardare  oltre, di non piangervi addosso, di studiare, di affrontare e superare quei sacrifici che vi consentiranno di emergere. Conosco benissimo le potenzialità dei vari ragazzi monteleprini per i miei trenta anni di servizio scolastico a loro dedicato al massimo delle mie possibilità. Molti  di  loro sono riusciti, per ben due volte, ad andare, dopo aver superato le fasi provinciali e regionali, ai Campionati Nazionali AICS di Basket a Salerno e a Treviso nel 1969 e nel 1970,  oltre  agli altri che si sono fatti onore nei Campionati Nazionali di Atletica Leggera a Como, a Lucca, a Trieste, a Conegliano Veneto. Ma anche le ragazze non sono state da meno:  al  Campionato  Europeo di Hip-Hop a Jesolo nel 2002, dove la classifica finale europea ha  registrato  il prestigioso quarto posto di Montelepre dopo Barcellona, Lisbona e Milano. E’ stato sufficiente un serio allenamento altamente tecnico e scientifico non disgiunto da grande passione, grande impegno e grande entusiasmo. La  chiave  di  tutto  questo è stata la cura dei dettagli che non abbiamo mai trascurato nelle fasi di preparazione che ci ha portato al successo. Non  posso  chiudere  l’argomento  sportivo senza menzionare il coronamento di tanti sacrifici, passione, impegno e serietà di mio nipote  tredicenne, Fabrizio Di Marco, che si è laureato Campione d’Italia di Spada a Squadre  il 21 febbraio 2016 a Foligno. Con  il  massimo  impegno  quotidiano  di  studenti  e cittadini modello, potrete raggiungere  i vostri traguardi personali e far tornare Montelepre a brillare come nei secoli scorsi. La  piena  funzionalità  di  questa  Biblioteca  aiuterà  tutti coloro che avranno voglia di conoscenza per crescere più adeguatamente. Niente  avviene  per caso e niente  ci è dato gratuitamente. Dobbiamo sfatare il modo di tirare a campare  e  vivere   sulle   spalle  dei  genitori  o  di  chi  ci amministra  sperando che prima o poi tutto si accomoda. Vi  esorto  a  far  vostro  lo spirito risorgimentale dei secoli scorsi, ma adattato ai tempi moderni,   per  emergere ciascuno  nel proprio  campo  scelto  per  vocazione,    sviluppando creatività, talento e passione con abnegazione e spirito di sacrificio. Solo  così  potrete  cancellare  lo  slogan  infausto  che  si  legge  sul  portale del nostro Comune  che  così  recita:  “Montelepre  è  conosciuto  nel  mondo  per  la  tragica strage di Portella delle Ginestre”. Nulla di più falso, come pian piano sto cercando di testimoniare non solo a noi stessi. Dobbiamo tutti  dimostrare  che  Montelepre  merita  di  essere additato per la positività dei  suoi  abitanti  e  che  nessuno  di  noi  abbia  più  sentirsi  dire, fuori  dalla  Sicilia, di non avere buone origini. Mi  sono  voluto  soffermare  su  quest’ultimo  concetto,  perché  ormai  siamo  abituati  a troppe superficialità e non si comprende bene che il ritorno è carico di negatività per tutti. Tuttavia, lungi da me il volere polemizzare a tutti i costi,  perché,  conoscendo  l’andazzo   spregevole del nostro paese, tanto che per invidia potrebbero  venir  fuori  tantissimi altri meriti di questo o di quello e non si capaciteranno del perché non è toccato ad un loro antenato, invito costoro a riflettere e a chiedersi  perché  ci  abbiano  pensato  solo ora e senza mai aver fatto nulla. Gli esempi positivi del passato devono servire a qualcosa di edificante per la comunità in cui si sono realizzati ed è per questo che me ne sono servito per incitare all’emulazione voi ragazzi che guardate  al  vostro avvenire senza avere le idee abbastanza chiare. Dovete capire che avete tutte le condizioni  più  favorevoli  rispetto a chi vi ha preceduto in tempi davvero difficili e che dipenderà solo  da voi  realizzarvi nel migliore dei modi possibile. L’essermi dilungato sui successi, in campi completamente diversi, di tanti vostri concittadini e in quali  condizioni, dovrebbe far si che servano da  esempi  e  da  stimoli per il vostro desiderio di affermazione e di realizzazione, perché come ho cercato  di  dimostrare (in campo culturale, professionale, musicale, sportivo e commerciale)  avete le potenzialità per farlo. Oggi, voi  giovani  avete maggiori opportunità di ogni tipo: scuole, professioni,  disponibilità  economiche,  Mass  Media,  P. C.  e  diavolerie  moderne  di  ogni  tipo,  Stage, Master, viaggi d’istruzione ecc.. In teoria dovreste di gran lunga superare i vostri predecessori. Allora  dategli sotto! Non dovete deludere soprattutto voi stessi e chi si aspetta tanto da voi. Un fulgido esempio delle nostre qualità, del passato, del presente e del futuro è il Professore Salvatore Bono,  diretto  erede  del nonno,  uomo di eccezionale livello culturale, Professore e poi Preside  dell’Università di Perugia,  autore di moltissimi  libri di storia e Presidente della “Società Internazionale  degli  Studi  del  Mediterraneo”,  che  da  molto  tempo fa la spola tra diverse città europee per ottemperare ai suoi delicati  incarichi  di  diffusione  della cultura e della promozione della fratellanza tra i popoli. Il  Prof.  Salvatore  Bono,  per onorare nel migliore modo possibile la figura di suo nonno si è impegnato a donare ulteriori centinaia di libri ed a farne convogliare da altre università con le quali collabora,  oltre  alle  ulteriori  iniziative  tendenti  a  migliorare  le prestazioni funzionali di questa biblioteca a favore dei nostri giovani.

PROF. GIUSEPPE MAZZOLA