INNOCENZO DA CHIUSA

VENERABILE  INNOCENZO DA CHIUSA SCLAFANI

“VENERABILE INNOCENZO DA CHIUSA SCLAFANI, CHE CI PORTASTI LIMMAGINE DEL VOLTO SANTO, PREGA PER NOI”.

Nato il 1° novembre 1557 a Chiusa, oggi Chiusa Sciafani in provincia di Palermo, da Salvatore Caldarera e Antonia Violino Costa, fu battezzato col nome di Vincenzo Sante. Nel 1569, a soli ventidue anni, entrò nel convento dei frati minori riformati di Cammarata, e dopo aver superato il noviziato venne ammesso alla professione della fede l’8 dicembre del 1580. Si distinse nella devozione a S. Anna, che confidenzialmente chiamava la sua vecchiarella e grazie alla sua intercessione ottenne molti prodigi, tanto da meritare l’appellativo di Fra Innocenzo di S. Anna. Veniva spesso visitato dai fedeli, che dalla sua parola cercavano di trarre preziosi consigli. Fu detto pure infatti Innocenzo dei Consigli e lo stesso papa Clemente VIII lo chiamò a Roma per consultarlo. Rimase per molto tempo a Roma e a lui ricorsero ancora i pontefici successori Paolo V, Gregorio XV e Urbano VIII e perfino l’arciduca Leopoldo d’Austria che, per riconoscenza ai benefici ricevuti, fece costruire a Ruette, nel Tirolo, una chiesa e un convento dedicati a S. Anna, sotto la cura dei frati minori. Fu pure, per un certo periodo, nel cenobio di Fontecolombo. Al convento dei frati minori di Chiusa, suo paese natio, donò l’effigie del Santo Volto, che si festeggia ogni anno, oggi nella chiesa parrocchiale di San Nicolò. Frate Innocenzo morì a Roma il 15 dicembre 1631, mentre era presente Bernardino de Sensis, ministro generale dell’ordine francescano, e fu tale la venerazione delle persone, che il papa Urbano VIII dovette derogare alla legge di clausura per permettere l’accesso al convento di S. Pietro in Montorio per visitare la salma. Nel 1642 le sue spoglie mortali furono trasferite nella chiesa di S. Francesco a Ripa e deposte in un monumento marmoreo voluto dal duca di Acquasparta. Il decreto di introduzione del suo processo di beatificazione fu emesso il 31 settembre 1690.