Figlio di Tobi un ebreo della tribù di Neftali, residente a Nìnive, in Assiria, dove gli Israeliti sono stati deportati dopo la distruzione del regno di Israele. Il padre è un uomo che conserva la sua fedeltà nonostante che abiti per necessità in terra straniera.
Si dedica di nascosto alla sepoltura delle vittime e per un incidente diventa cieco. Successivamente il figlio Tobia, accompagnato da Raffaele si reca da Raguele, un suo lontano parente, la cui figlia Sara è tormentata dalla sofferenza.
Il libro di Tobia è un narrazione popolare del periodo post-esilico che esprime un modo prettamente religioso della vita del pio-israelita.
Composto nel tardo periodo persiano o nel periodo ellenistico, esalta il giudaismo che, nonostante l’esperienza della diaspora (dispersione) e delle sofferenze della vita, si mantiene fedele alla legge del Signore, facendo l’esperienza della provvidenza divina che ricompensa i giusti con l’abbondanza e con una vita lunga e sicura. (cfr Tobia 1-4).