Vincenzo Purpura

Commemorazione Vincenzo Purpura

Montelepre, 11 novembre 2022

Intervento di Commemorazione pronunciato dal dott. Matteo Carlino in occasione dei funerali di Vincenzo Purpura l’11 novembre 2022 presso la Chiesa Madre di Montelepre
L’8 novembre 2022 è deceduto, ad Alba ove si era recato per stare con i figli che ivi vivono, Vincenzo Purpura.

Nato a Montelepre il 26 febbraio del 1937, conseguita la licenza elementare prosegue gli studi nel Seminario Arcivescovile di Morreale; prima voce bianca del coro del Seminario guidato da Mons. Ignazio Sgarlata, lascia il seminario dopo aver frequentato il ginnasio.
Vive a Montelepre gli anni in cui imperversa il banditismo restando indelebilmente scosso dalle sofferenze, dalle mortificazioni, dal terrore e dai lutti che quel periodo ebbe ad infliggere ai Monteleprini, anche dopo la sua eradicazione.
Da sempre vicino alla Chiesa, svolge il servizio di catechista e il suo impegno sociale nell’Azione Cattolica si rafforza con S.E. Rev.ma Mons. Francesco Carpino, con il Rev.mo don Calogero Di Vincenti e nel 1956 con L’ Ing. Ferdinando Russo, Presidente della Giunta Diocesana dell’Azione cattolica di Morreale.
Addetto sociale delle Acli, svolge con passione, dedizione e autentico spirito di servizio l’attività dal 1961 confrontandosi con l’Avv. Antonio Parrino nella gloriosa sede di via Benedetto di Castiglia in Palermo e con il suo grande amico Ferdinando Russo, Presidente delle Acli in Sicilia e Vicepresidente Nazionale, che seguirà con immutata stima nelle elezioni alla Camera dal 1968 al 1992.
Eletto Consigliere Comunale nel 1965 e per diverse successive consiliature, ricoprì incarichi di assessore ma soprattutto lavorò incessantemente, e con la discrezione, l’umiltà e la generosità che lo ha contraddistinto, per i bisogni del paese e per il suo sviluppo.
Lavora dapprima alla forestale, poi come addetto alla segreteria in una scuola media di Palermo, al Consorzio Agrario e, infine, partecipa ad una selezione pubblica e viene assunto presso l’Enel ove presterà servizio fino al 1999 all’ufficio del personale e, da ultimo, all’ufficio legale.
Nel 1969 si sposa con Maria Maniaci.
Da sempre militante della Democrazia Cristiana, è stato Commissario della Sezione di Montelepre durante il periodo di Ciriaco De Mita. Viene eletto sindaco democristiano nel giugno 1990 e manterrà la carica sino a febbraio 1991. Il 27 dicembre 1991 il presidente della repubblica Francesco Cossiga a seguito di segnalazione dell’On. Ferdinando Russo, gli conferisce l’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica.
Da Sindaco, lavora con responsabilità, alacrità e passione: promuove incontri con la cittadinanza, dialoga con i giovani, invita le autorità a visitare il paese, promuove iniziative culturali e ritiene fondamentale che il paese abbia un luogo di aggregazione culturale. E così, al seppur breve periodo in cui riveste la carica di Sindaco, si deve dalla sua collaborazione con i giovani di Montelepre la nascita del parco Urbano, la realizzazione della Via Falcone Borsellino con un funzionale parcheggio e la eliminazione del degrado del Vallone.
Promotore di iniziative culturali per la valorizzazione del territorio, curò la realizzazione di una mostra filatelica allestita presso la Torre Ventimiglia di Montelepre ottenendo l’annullo speciale da parte di Poste Italiane senza tralasciare il coinvolgimento dei giovani ai quali affidò l’incarico di creare il logo della manifestazione.
Persona piena di bontà, discreta, forte nel richiamo dei doveri secondo la dottrina sociale della Chiesa.
Ha avuto grande fede nella Chiesa monteleprina guidata da sacerdoti meravigliosi.
Ha avuto rispetto della Costituzione e dei suoi principi immensi e vi ha riposto fiducia.

Nel giorno del suo funerale, il nipote Pietro ha salutato il nonno così:

 

Caro Nonno

A me spesso sei sembrato freddo,
pochi baci, pochi abbracci, poche carezze,
ma solo un incessante susseguirsi di parole, parole;
parole sagge che, negli anni, mi hanno guidato,
mi hanno teso una mano nei momenti di difficoltà,
mi hanno abbracciato quando ero solo e triste.
Ed è per questo che ora, nonostante tu non sia più qui,
io ti percepisco accanto a me:
sento la tua voce dentro di me,
ti sento parlare
con quella pacatezza irreale che ti contraddistingue.
Anche se non sei qui le tue parole lo sono,
le sento gentili e delicate come una carezza,
ma anche ferme e risolute come un dito
con cui mi indichi la giusta strada da percorrere.