“BEATI COLORO CHE SONO NEL PIANTO”

Beati coloro che hanno lacrime di pentimento, come Pietro che, pentito, “pianse amaramente” (Lc 22,62), come il figlio prodigo che convertito, tornò al Padre. Beati coloro che hanno lacrime di preghiera, di adorazione, di gratitudine, di amore, di commozione, come la peccatrice che bagnò di lacrime i piedi di Gesù. Beati coloro che piangono per l’assenza del Signore dalla nostra società scristianizzata, come Maria di Magdala che dice: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto!” (Gv 20,13). Beati coloro che hanno lacrime di dolore e di speranza, gridando il dolore di “tutta la creazione che geme e soffre le doglie del parto” (Rm 8,22) e invocando accoratamente la venuta del Signore: “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,20).

Beati coloro che, unitamente a tutte le altre beatitudini, hanno lacrime di “poveri” ed esclusi, di “mansueti” vittime di violenza, di chi ha fame e sete di giustizia e per la giustizia è perseguitato, di chi è “misericordioso” e si trova a vivere in un mondo intollerante e spietato, dei “puri di cuore” che vivono con chi ha il cuore indurito, dei “costruttori di pace” in un mondo lacerato da conflitti. Beati coloro che, con Gesù e come Gesù “con forti grida e lacrime”, pregano per la salvezza del mondo. Tutti costoro in Gesù trovano la vera consolazione, perché egli ha dato al dolore un senso salvifico, alle lacrime una violenza rivelativa di amore, alla croce uno sbocco di risurrezione.

GIUSEPPE GRECO

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