LE BEATITUDINI

Nei vangeli vi sono due redazioni delle Beatitudini: Matteo (5,1-1) e Luca (6,17-26). Matteo, che scrive per chi proviene dal giudaismo, presenta Gesù come il nuovo Mosè, come la vera guida del popolo, e quindi colloca il discorso di Gesù sul monte, il nuovo Sinai. Gesù “si pose a sedere”: è il “Maestro” che prende posto sulla cattedra . Luca, invece, che scrive per chi proviene dal paganesimo, delinea la cornice esteriore in modo diverso: Gesù sta in piedi: per Luca stare in piedi è espressione della maestà e autorità di Gesù. Gesù parla in un luogo pianeggiante: espressione della vastità a cui Gesù manda la sua Parola. Le Beatitudini, non ci presentano un ideale per pochi privilegiati, un’utopia irrealizzabile, una promessa valida esclusivamnete dopo la morte, una consacrazione del dolore che induce a passività e rassegnazione; non costituiscono neanche un discorso morale. Invece questa pagina è un annucio “lieto”, un “vangelo”, una dichiarazione che il Regno do Dio è arrivato per tutti, ma i poveri e gli esclusi sono i privilegiati; è l’annuncio della gioia (“beati”) di chi pone in Dio la sua fiducia ; è una proposta di valori alternativi alla mentalità corrente. Le Beatitudini proclmate da Gesù sono “autobiografiche”: Gesù infatti, è il vero povero, mite, puro di cuore, costruttore di pace, perseguitato per la giustizia. Beati quelli che lo Seguono!

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