MISTERO DELLA FEDE

Ecco, io sono con voi fino alla fine del mondo. (Mt 28,20)

L’Eucaristia distoglie da una religiosità generica perché focalizza chiaramente il centro della vita cristiana: Cristo, presente nel sacramento e disponibile all’incontro con tutti. Occorrono gli occhi della fede per riconoscerlo, gli orecchi del cuore per ascoltarlo, il silenzio interiore per dialogare con lui, le mani alzate degli oranti per invocarlo. Allora si sperimenta che Cristo è vivo oggi, aspetto, tutti e ciascuno in particolare, introduce alla luce della salvezza, arricchisce con la sua povertà e coinvolge con la sua efficacia. I santi confermano tutto questo e invitano a seguire il loro esempio.

La Chiesa ha ricevuto Eucaristia da Cristo suo Signore non come un dono, pur prezioso fra tanti altri, ma come il dono per eccellenza, perché dono di se stesso, della sua persona nella sua santa umanità, nonché della sua opera di salvezza. Questa non rimane confinata nel passato, giacché “tutto ciò che Cristo è, tutto ciò che ha compiuto e sofferto per tutti gli uomini, partecipa dell’eternità divina e perciò abbraccia tutti i tempi” (EdE 11).

Questo pensiero ci porta a sentimenti di grande e grato stupore. C’è nell’evento pasquale e nell’Eucaristia che lo attualizza nei secoli,  una “capienza” davvero enorme, nella quale l’intera storia è contenuta, come destinataria della grazia della redenzione. Questo stupore deve sempre invadere la Chiesa raccolta nella celebrazione eucaristica (EdE 5).