L’esperienza pastorale che sto vivendo come alunno del VI anno del Seminario Arcivescovile di Monreale mi vede pienamente coinvolto nella realtà parrocchiale Maria SS. delle Grazie di Isola delle Femmine.
Nel percorso formativo del Seminario, l’anno pastorale è un tassello molto importante per i seminaristi che si preparano a seguire il Signore Gesù più da vicino e da Lu imparano ad amare il gregge affidatogli. Infatti ogni dono viene da Lui e da Lui si attinge e si vive per portarlo agli altri. Sto vivendo il mio servizio in parrocchia cercando di rispondere a quelle domande che mi sono sempre posto: che presbitero voglio essere? Come posso imparare ad esserlo?
Il discernimento vocazionale in Seminario crea le fondamenta necessarie per costruire una casa, ma l’anno pastorale in parrocchia rappresenta, in un certo senso, la base di quella casa: irrobustisce il cammino e il ministero a cui ci si prepara e permette di comprendere meglio il modo in cui il presbitero vive e accompagna una comunità.
Senza tale esperienza il novello presbitero avrebbe molte più difficoltà ad inserirsi in una comunità e guidarla.
Diverse sono le attività che mi consentono di rispondere a quegli interrogativi e mi vedono pienamente coinvolto in parrocchia e nel territorio di Isola delle Femmine, ma soprattutto nella bellezza di condividere quotidianamente la fraternità con il parroco. Un aspetto che mi introduce, sempre più, nella futura fraternità presbiterale.
Dagli incontri con i gruppi della parrocchia (tra cui il Cammino Neocatecumenale), dalle catechesi ai bambini, cresimandi, fidanzati e genitori, dall’incontro con le scuole, dalla visita agli ammalati e dall’aiuto alla Caritas Parrocchiale ho maturato ulteriori consapevolezze, che definirei “pietre preziose”. La prima è la fiducia totale in Dio, nella quale ogni cosa che si vive è dono del Suo Amore e accoglienza della Sua Volontà; la seconda è il saper mettersi in gioco, anche quando si hanno dubbi sulla buona riuscita delle attività; infine, la terza pietra preziosa è imparare ad ascoltare gli altri e, soprattutto, condividere con loro la vita, le difficoltà e le sofferenze.
VITO GALLINA