Man mano che la buona notizia di Gesù, il Vangelo, corre fra gli uomini, entra nella coscienza e fermenta, come fa il lievito con la pasta, la pesantezza dell’esistenza umana, produce frutti di salvezza di ogni genere.
Nello stesso tempo la Chiesa si estende e si moltiplica.
Tutto questo processo si chiama “tradizione” cioè trasmissione da un uomo a uomo, da popolo a popolo, da una generazione all’altra, della fede in Gesù.
La Chiesa Infatti nasce e vive su questo imponente movimento della tradizione. Il primo dei frutti è la comunità cristiana che diventa il soggetto responsabile della tradizione stessa per tutti gli uomini e per le generazioni future. Ci sono alcune realtà che custodiscono la tradizione tra questi assume un ruolo particolare la “parrocchia”.

Attualmente rappresenta il fondamentale punto di riferimento. E’ la figura di Chiesa immediatamente raggiungibile da chiunque ed è la sua forma comunitaria di base. La chiesa è  dovunque i singoli credenti che la formano vivano la loro esperienza quotidiana. Essa è anche là dove i cristiani si radunano per il culto, per l’apostolato e l’evangelizzazione.
Si è membri di una certa comunità parrocchiale infatti, semplicemente perché si condivide questa Fede e si vive in un certo territorio.

Solo se la Chiesa si costruisce prima di tutto in comunità è garantito ad ogni credente il diritto di farne parte. La parrocchia ha tanti difetti, però ha un grande valore: quello di essere una Chiesa aperta a tutti, nella quale si ritrovano insieme i battezzati senza distinzione di età, di ceto sociale, di formazione culturale. La celebrazione eucaristica è il fondamento della Chiesa, adesso vi prendono parte anziani e bambini, analfabeti e dotti, giovani ed adulti, tutti con un’unica finalità ” incontrare il signore”. A guida della parrocchia generalmente vi è un presbitero, o un religioso.

Suo compito principale: mantenere unito il popolo di Dio intorno alla fede, servire credenti e non ad immagine di Gesù Buon Pastore.