IL RENDIMENTO DI GRAZIE NELLA LITURGIA

La preghiera dei cristiani non è un chiedere quanto piuttosto un ringraziare, perché in Gesù Cristo il Padre ci ha già donato tutto. Egli è la “massima benedizione del Padre”.

Lo stesso Gesù ci ha insegnato a pregare manifestando sentimenti di gratitudine. È fondamentale che il vertice della preghiera cristiana e del culto liturgico sia una “eucarestia”.

Proprio all’inizio della preghiera eucaristica diciamo: “Rendiamo grazie al Signore nostro Dio” e questo esprimiamo nei 118 prefazi della Messa. Con il canto del Sanctus l’assemblea tutta entra nel clima gioioso dell’ascolto del racconto dell’Ultima Cena e si unisce a Cristo nel magnificare le grandi opere di Dio e nll’offrire il sacrificio.

Dopo l’ostensione del pane e del vino consacrati l’acclamazione pasquale dell’assemblea diventa un corale atto di fede.

La vera devozione cristiana non ha nulla da spartire con la teatralità, tanto meno con sdolcinate espressioni spirituali.

Il sacerdote che presiede viene chiamato ad essere un “sincero narratore” di quel mistero paquale che è il principale oggetto del rendimento di grazie.

Una partecipazione consapevole ha bisogno di una catechesi specifica, unita alla catechesi che si fa nelle omelie e nelle brevi monizioni.

S. SIRBONI

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