Brevi Riflessioni sul Salmo 6

SUPPLICA DI UN INFERMO

È il primo di quelli chiamati “salmi penitenziali” (6,32,38,51,130 e 143) che manifesta la supplica di un orante ammalato o in estremo pericolo. La sua composizione è attribuita al Re Davide. I sentimenti che dominano l’anima del salmista sono il dolore, l’ostilità dei nemici, il timore della morte, restano avvolti e superati da due certezze: la consapevolezza ed il riconoscimento del proprio peccato e la fiducia nell’aiuto di Dio.

Il salmista non rifiuta la componente aspra e dolorosa dell’educazione. Invoca la giustizia e la misericordia di Dio. Sant’Agostino dice: “tramite questo salmo” la Chiesa prega di non essere castigata dall’ira di Dio”.

“Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore” (Salmo 34-20). Le ossa del giusto simboleggiano l’aiuto di Dio nei momenti più difficili della prova. Mentre gli vengono meno le forza il gusto si regge grazie ad una forza interiore.

“Volgiti, Signore, a liberarmi salvami per la tua misericordia. Dio non ci volta le spalle. Siamo noi che ci separiamo da Lui e tante volte siamo incapaci di tornare. Gridando al Signore gli diciamo di aiutarci a ritornare” (Ger 31,18) e guarirci.“

L’isdrailita dell’AT. intendeva per “sheal” (inferi) una condizione o luogo sconosciuti e tenebrosi, dove andavano le anime dei defunti senza alcuna distinzione tra giusti ed empi. Solo in un’epoca tardiva nasce l’idea di una vita dopo la morte. Dal brano dei Numeri capitolo 16 tre sono gli elementi fondamentali: l’unto del Signore, i nemici che non accettano l’elezione; il giudizio di Dio su coloro che si ribellano. Anche nei Vangeli riemergono queste tre espressioni.

Vivere nello Sheol significa stare lontano da Jahvè. Nello sheol non esiste gioia né benedizione, cioè non vi si trovano le anime che hanno gustato la salvezza divina e la vera felicità che viene dall’alto. La sheol è il prolungamento della sofferenza che suppone una vita priva di gratitudine e benedizione.

Cristo ed il Salmo 6,  Gesù ha dato compimento al salmo 6 nel suo proprio essere, come Servo dolente e Signore (cfr Eb 5,7). Sono diversi gli episodi dove Gesù ha manifestato dolore ed angoscia: per il tradimento di Giuda, al Getsemani, per la morte dell’amico Lazaro. Gesù sa che Lui è il Signore ed ha il potere sulla morte.

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