GESÙ CI CONVOCA: LA COMUNITÀ (Mc 3,7-12) – Seconda Parte

C’è una grande folla che cresce attorno a Gesù: una folla variegata, ma accumunata dall’attrazione che la persona di Gesù suscita in loro. Ma che cosa li attrae? Qualcuno è attratto dalla curiosità di vedere un uomo che compie cose strepitose; qualche altro dal fatto che libera dalle sofferenze, che si china per sanare le ferite, Gesù viene per annunziare la misericordia del Padre…

I motivi per seguirlo non sono solo questi, sono altri gli elementi che “fanno comunità” che rendono familiari del Figlio di Dio.

Ciò che “fa comunità” è la chiamata sua seguirlo, a stare con lui, camminare dietro a lui. I discepoli sono coloro che hanno accettato di stare con lui con gratuità, da qui nasce quella familiarità, che è la storia del nostro rapporto con lui. La comunità nasce da questa comunione con Gesù. Chi ha accettato di entrare in questo comunione non può capire le parole che lui dice e che per gli altri rimangono oscure. Essere comunità è avere in comune un segreto: in comune con Gesù; in comune tra coloro che vivono tra loro come discepoli. Il segreto che ci fa comunità è quello che riguarda la nostra esperienza di Gesù. Non ci fa comunità l’avere da fare qualcosa per lui o in nome suo, non il fascino che la sua persona esercita, ma la sua chiamata, la familiarità con lui, dentro cui si sviluppa la storia della nostra vita.

I discepoli hanno in comune la storia del loro rapporto con Gesù. I dodici non sono degli estranei tra loro perché sono abituati a stare con Gesù e tra di loro. Riflettendo sul tempo in cui viviamo: cosa poniamo alla base del nostro essere comunità di cristiani? siamo capaci di condividere con gli altri quanto abbiamo appreso dal Maestro Gesù? La Chiesa è il popolo di Dio radunato nel nome della Trinità, esiste nelle comunità locali e si realizza come assemblea eucaristica. Vive della Parola e del Corpo di Cristo, è in questo mondo il sacramento, cioè il segno che realizza l’intima unione degli uomini con Dio e l’unione del genere umano.

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