MARIA: IL PIÚ BEL “SI”

E Maria disse: “Eccomi”! Mai tanto dipese, come allora, dal consenso dell’umana creatura (Giovanni Paolo II). L’apostolo Paolo nella lettera ai Galati così scrive: “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il Suo Figlio” (4,4).

Domandiamoci: che cos’è la “pienezza del tempo?” Alcuni pensano che la “pienezza del tempo” sia il tempo più favorevole per la venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi. In quel periodo storico le figure sono: Cesare Ottaviano Augusto, imperatore di Roma ed a Gerusalemme Erode il Grande.

La pienezza del tempo è il tempo favorevole da parte di Dio che con un gesto d’amore ci riempie di tanta commozione. Così si esprime l’evangelista Giovanni “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio” (Gv 3,16). E nel momento in cui Dio matura la Sua scelta si incontra con la libertà di una donna, già annunciata agli albori della storia della salvezza (Gen 3,15) e da lei impariamo il coraggio del “si” a Dio.

L’evangelista Luca, nel racconto dell’annunciazione ci dà alcune note per comprendere il senso dell’evento e ci fa cogliere lo stile dell’azione di Dio nella storia degli uomini. Il “sesto mese” ci rimanda al “sesto” giorno, giorno della creazione dell’umanità. Sta avvenendo una nuova creazione, cioè sta iniziando un tempo nuovo e ci invita ad aprire gli occhi ed il cuore perché Dio ci sta offrendo dei doni meravigliosi. Dio sta bussando alla porta della libertà di Maria, sta cercando la sua collaborazione.

E Karl Barth afferma: “Maria è semplicemente l’essere umano a cui accade il miracolo della rivelazione”. Ma come accade questo “miracolo”? L’evangelista Luca riferisce che “l’angelo fu inviato ad una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria (Lc 1,26-27). Da ricordare che la Galilea dagli Ebrei veniva disprezzata, perché abitata da molta gente pagana, eppure l’uomo dimentica le preferenze di Dio.

Ma al centro dell’evento dell’incarnazione c’è il “si” di Maria: nel suo “si” si fondono la libertà umana e la libertà divina. Potremmo tradurre questo evento con una espressione moderna, “Gioisci”, Maria! Dio stravede per te e pensa di affidarti la più grande missione”. Dinanzi a tutti i turbamenti di Maria, il messaggero celeste le propone il progetto di Dio (Lc 1,30-33).

A noi le parole dell’angelo, che viviamo dopo il compimento degli eventi, appaiono chiare. Però quanti problemi potevano porre alla coscienza di Maria in quel particolare momento! Ma ecco il prodigio! Ecco la bellezza e la grandezza del cuore di Maria!

Ecco il salto meraviglioso della fede: la maternità avverrà in Maria per opera dello Spirito Santo, lasciando intatta la sua verginità. E Maria, in un atto di pura libertà, si apre a Dio, si consegna a Lui, si restituisce al Creatore che diventa Salvatore e dice: “Eccomi! Sono la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola”(Lc 1,38). In questo modo Dio ha acceso, nel freddo del peccato, il fuoco dell’amore. E Maria, nel momento in cui si dichiara serva del Signore, tocca il vertice più alto della libertà umana.

Ma il “si” dell’annunciazione continua con una coerente e meravigliosa serie di “si” che Maria pronunzia per tutta la vita. Impariamo anche noi da Maria a dire, ogni giorno, di “si” all’Eterno.

ANGELO COMASTRI

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