Madre dell’ascolto
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna, dalla folla, alzò la voce e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma Gesù disse: “Beati piuttosto quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 11,27-28). Sulle strade del mondo, come su quelle dell’antica Palestina, è facile che risuoni una betaitudine mariana analoga a quella pronunziata da una donna anonima d’Israele. È una beatitudine, che nasce della maternità, dal suo misterioso splendore, ancor più esaltato nell’antico Vicino Oriente di quanto Io sia da noi ora. Ma Gesù ci invita a una beatitudine più alta da destinare a sua madre: la grandezza di Maria non è tanto nel legame fisico e generazionale con Gesù quanto nell’averlo accolto, dato alla luce e seguito fino al Calvario attraverso la fede, l’ascolto obbediente, la fedeltà quotidiana nell’”osservare” la sua parola. Commenta sant’Agostino : “Anche Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la Parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito, infatti, più la verità nella sua mente che la carne nel suo grembo. Cristo è verità, Cristo è carne; Cristo è verità nella mente di Maria, Cristo è carne nel grembo di Maria. Conta di più ciò che è portato nella mente di ciò che è portato nel grembo” (Discorsi, XXV, 7-8). Aggiungiamo ora a quella del vescovo di Ippona la testimonianza di San Giovanni Crisostomo nel suo Commento al Vangelo di Matteo: “Alle parole della donna Gesù non rispose: “Nessun grembo mi ha allevato e non ho succchiato nessuna mammella”, ma: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica!”. Non vedi, quindi, come egli non neghi in nessun modo la parentela secondo natura, ma solo le anteponga quella proveniente dalla virtù? Non disse: “Non è mia madre e non sono miei fratelli perché non fanno la mia volontà”, né intese esprimere un giudizio o una condanna… Quanto è l’onore e l’eccellenza della virtù! A quali altezze essa conduce colui che la persegue!” (44,2). La voce di quella donna, dice sant’Efrem siro, nel suo XXVI Inno sulla verginità, “è diventata una tromba fra gente muta… Cristo ha dichiarato te beata e ha esteso la medesima beatitudine anche ad altri”. Le parole che Gesù destina a sua madre sembrano, a prima vista, imbarazzanti; in realtà, esse delineano il vero profilo interiore di Maria, la prima credente, la “beata perché ha creduto” (Lc 2,45).
PREGHIERA
Eccelsi sono gli angeli e gli arcangeli,
ma quanto tu li superi, o Maria!
I cherubini sostengano il trono di Dio,
tu invece sostieni Dio stesso fra le tue braccia.
I serafini sono presenti davanti a Dio,
ma tu sei più presente di loro;
i serafini coprono il loro volto con le ali,
non potendo guardare la gloria perfetta di Dio,
tu invece non solo contempli il suo volto,
ma lo accarezzi e gli sorridi!