VESTIRE GLI IGNUDI

Il libro della Genesi al capitolo terzo racconta in che modo il Signore vestì Adamo ed Eva. Accade in un momento memorabile. Il peccato ha portato al castigo, ma il castigo è seguito da un generoso atto di misericordia. Il peccato di Adamo ed Eva non conduce alla morte, ma all’esilio . E quando Adamo ed Eva sono mandati in esilio, il Signore con gesto pietoso li protegge coprendoli con pelli di bestie feroci. Subito dopo il ciclo di colpa e misericordia si ripete con l’uccisone di Abele da parte di Caino. Caino non è punito con la morte, ma con l’esilio e anche per lui si rinnova il segno pietoso della protezione del Signore.

La storia di san Martino di Tours

Entrando nella nostra nudità, Cristo entrò in solidarietà con noi, sia nel giardino dell’Eden, sia nella sua passione. Questa solidarietà la ritroviamo nella famosa storia di san Martino di Tours (316 – 397). L’intero episodio, è tratto dalla Vita di san Martino scritta da un discepolo di Martino, Sulpicio Severo (360 – 425). È uno dei primi testi cristiani di una certa estensione, dopo le Scritture, che sia stato redatto per incitare all’emulazione e all’imitazione. La Vita è uno dei primi profili biografici di un santo, la cui esistenza stessa fu un’imitazione di Cristo. Se leggiamo la storia ci stupiremo del fatto che non sia un Martino ben visto a donare metà del suo mantello (come lo hanno dipinto El Greco e tanti pittori famosi), bensì un Martino seminudo che divide con un povero l’ultimo brandello di vestiario che gli resta. La storia è narrata nel terzo capitolo del libro: Così, nel momento in cui possedeva soltanto le proprie armi e l’austera divisa militare, nel cuore dell’inverno, un inverno di un freddo intenso mai registrato prima, tanto crudo da risultare fatale a molte persone, accade a Martino di incontrare alla porta della città di Amiens un povero privo di vesti. Questi, con voce supplichevole, cercava di suscitare la compassione della gente; invece gli passavano tutti accanto senza notarlo, quando Martino, un uomo pervaso da Dio, comprese che un essere a cui gli altri non dimostravano pietà era in certo modo affidato a lui. Ma cosa poteva fare? Possedeva soltanto il mantello che indossava, essendosi già spogliato di ogni altro indumento per vestire dei mendicanti. Estrasse allora la spada di cui era cinto, divise il mantello in due parti uguali e ne diede una al mendicante, coprendosi con la parte che restava. A quel gesto molti dei presenti risero di Martino perché, vestito soltanto a metà, aveva un aspetto assai ridicolo. Molti altri, invece, che avevano sentimenti più sani, si rammaricarono per non avere compiuto essi stessi quel gesto. Il loro rimorso era ancora più pungente per il fatto che, avendo addosso più abiti di Martino, avrebbero potuto vestire il povero senza ridursi alla seminudità. All’alba, quando Martino si addormentò, ebbe la visione di Cristo avvolto nel mezzo mantello con il quale egli aveva vestito il mendicante. Il santo non riempì di orgoglio per quell’apparizione, riconobbe, invece la bontà di Dio in ciò che era successo, e avendo ormai raggiunto l’età di vent’anni, si affrettò a ricevere il battesimo.

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