MARIA, DONNA DEL VINO NUOVO

Madre provvidente 

Ci fu una festa di nozze in Cana di Galilea e c’era là la madre di Gesù. Fu inviato anche Gesù con i suoi discepoli. Ed essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli dice: “Non hanno più vino”. Le dice Gesù: “Che vuoi da me, o donna? Non è ancora venuta la mia ora”. Sua madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. C’erano là sei giare di pietra per le abluzioni dei Giudei, capaci da due a tre metrète ciascuna. Dice loro Gesù: “Riempite le giare di acqua”. Le riempirono fino all’orlo. Dice loro: “Ora attingete e portatene al direttore di mensa”. Essi ne portarono. Come il direttore di mensa ebbe gustata l’acqua di venuta vino (egli non sapeva donde veniva, mentre lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiama lo sposo e gli dice: “Tutti presentano dapprima il vino buono e poi, quando si è brilli, quello scadente.Tu hai conservato il vino buono fino ad ora».Questo inizio dei segni fece Gesù in Cana di Galilea e rivelò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.(Gv 2,1-11)

Cana è un vllaggio a sei chilometri a nord-est di Nazareth, segnato oggi dai campanili e dalla cupola della chiesa francescana che commemora il primo dei sette “segni” o miracoli che Giovanni allinea all’interno della prima sezione del suo vangelo. Con questo termine greco l’evangelista vuole indicare la particolare qualità e la funzione dei miracoli del Cristo: essi sono come un indice puntato verso un senso e una realtà più profonda di quelli che si possono cogliere sulla superficie dell’evento prodigioso sconcertante. Nel racconto del “segno” di Cana vedremo che il significato profondo è quello messianico. Il banchetto nuziale nella Bibbia è, infatti, un chiaro simbolo messianico e il Messia è presentato come lo sposo per eccellenza del suo popolo. Inoltre, l’abbondanza del vino, “che rallegra il cuore dell’uomo” (Salmo 104,15), è un altro simbolo dell’era era messianica al punto tale che la tradizione giudaica descriveva così il tempo dlla venuta del Messia: allora ogni vite avrà mille acini, ogni acino produrrà 460 litri di vino!

Su questo sfondo diventa chiaro il messaggio che la narrazione giovannea delle nozze di Cana ci vuole comunicare attraverso l’azione di Maria: Cristo è il “vino buono e “ultimo”, cioè è il Messia, il perfetto inviato del Padre. Ed è proprio lei, la “donna” perfetta, la nuova Eva, Maria, che ci presenta il Cristo nella sua missione di salvezza, nella sua “ora”solenne, fonte di gioia e di liberazione dagli incubi. Il centro del brano è sempre il Cristo ma Maria è accanto a lui e, con la sua fede limpida e totale , ci invita a “fare tutto quello che ci dirà”. La “donna” Maria nel quarto vangelo, come si diceva, riapparirà proprio nell’”ora” di Gesù, ai piedi della croce, pronta a raccogliere l’ultima parola del Figlio, pronta in quell’instante supremo a “fare tutto quello che egli dirà”; aprendosi al suo futuro di madre della Chiesa.

Naturalmente molte sono le riflessioni fiorite attorno a questo testo. Ma in tutte troviamo Maria accanto al Figlio, una presenza discreta e operosa, capace di penetrare, sotto la guida di Gesù nel mistero di “quell’ora” salvifica a cui anche lei parteciperà.

PREGHIERA

Salute alla sorgente della vita,

che irrora le anime assetate di giustizia.

Ave al calice,

che a tutto il mondo offre da bere il vino del Dio vivente,

Ave a te, o Maria,

che sei migliore degli angeli e sei stata scelta da Dio creatore.

Ave all’ampio castello,

nel quale venne e abitò Cristo, nostro Dio.

Per la sua intercessione,

o Signore, dona a noi la remissione dei nostri peccati.

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