MARIA, GREMBO DEL VERBO FATTO CARNE

Madre dei viventi 

In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a dare il loro nome, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì nella Giudea, alla città di Davide, che si chiamava Betlemme, perché egli era della casa e della famiglia di Davide, per dare il suo nome con Maria sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano la, giunse per lei tempo di partorire e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto all’albergo. La maternità di Maria ha due coordinate ben dichiarate dall’evangelista Luca. La prima coordinata è quella spaziale, legata a Betlemme, «la città di Davide». Gesù giunse a noi dallo spazio umano, fisico e spirituale della promessa davidica. Da Betlemme l’umanità viene assunta da Dio. Nello spazio di Betlemme la nostra attenzione si fissa su due punti topografici. Il primo è quello del parto di Maria, una mangiatoia per animali probabilmente scavata nella roccia, perché il katalyma (in greco albero, casa, alloggio, stanza) non aveva spazio per il Signore dello spazio. L a tradizione cristiana, sostenuta da San Girolamo che vivrà per decenni a Betlemme, parlerà di una grotta simile a quelle adiacenti alle povere case di allora. Eppure nel racconto di Luca c’è un particolare sottolineato con tenerezza: Maria, «avvolse il bambino in fasce e lo depose in una mangiatoia». L’altro punto topografico che vogliamo evocare è il cosiddetto «campo dei pastori», la campagna circostante a Betlemme percorsa da seminomadi pastori. Due residenze provvisorie, due località misere, due segni di quotidiana miseria diventano il centro di una speranza cosmica. C’è una seconda coordinata da considerare, quella temporale. Essa è scandita dalle ore dell’imperatore Ottaviano Augusto ed è precisata da Luca con l’indicazione del famoso «primo censimento», ordinato dal legato di Siria Quirinio. Quel censimento romano, segno di schiavitù, ci circonda che Cristo nasce da un popolo oppresso e in mezzo a quei poveri che i potenti considerano pedine insignificanti sullo scacchiere dei loro giochi politici. Eppure il figlio di Maria sarà il centro del tempo e della stessa famiglia umana. E sarà proprio questo bambino povero a segnare nella storia i secoli in un «prima» e in un «dopo» di lui.

PREGHIERA

L’autore della vita è nato dalla nostra carne,

dalla madre dei viventi.

Un bambino da lei è nato ed è il Figlio del Padre.

Con le sue fasce scioglie i legami dei nostri peccati

e asciuga per sempre le lacrime delle nostre madri.

Danza e sussulta, creazione del Signore,

poiché il tuo Salvatore è nato.

Contemplo un mistero strano e inatteso:

la grotta è il cielo, la Vergine è il trono dei cherubini, la mangiatoia è il luogo dove riposa l’incomprensibile,

il Cristo Dio. Cantiamolo ed esultiamolo!

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