Così scrive il 7 dicembre 1965 Papa Paolo VI: “Questo Concilio compreso nel suo significato religioso non ha inteso che essere un pressante invito a ritrovare mediante la via dell’amore, quel Dio del quale allontanarsi e cadere, al quale rivolgersi è risorgere, nel quale rimanere è stare saldi, al quale ritornare è rinascere, nel quale abitare è vivere”.

La strada dell’evangelizzazione è “la via dell’amore”. La carità è dunque la via privilegiata per annunciare il Vangelo, perché ci conduce ad amare l’uomo e ci apre all’incontro con Dio.

Vangelo, “buona, bella notizia”. È il contenuto della “notizia” a renderla “bella, buona”. Notizia che non è nata dal pensiero o dalle aspirazioni della gente.

Letteralmente “piovuta dal cielo” intendendo per cielo la realtà stessa di Dio che si fa conoscere dall’umanità. Una “Notizia” che riguarda noi “oggi” e che condiziona la vita eterna, infatti noi saremo giudicati sull’amore (Mt 25,31ss). San Giovanni così scrive: “Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui” (1 Gv 4,9)… “ la missione di Cristo Redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana del suo compimento… è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio (Giovanni Paolo II Redemptoris missio N 1).

La mancata evangelizzazione non genera diffusa testimonianza che provoca carità. Questa “buona notizia” trasmessaci da Dio è il messaggio principale di tutta la Storia sacra.