VI DOMENICA DÌ PASQUA – 01 Giugno 2025

Gv 14,23-29

«Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato.» Ancora una volta, appare chiara la relazione profonda tra Cristo e il Padre ed è evidente come l’obbedienza a Lui lo conduca alla piena realizzazione filiale. Cogliamo l’amore di un padre che dà ai propri figli l’ultimo saluto e vuole esprimere tutto il suo affetto; vuole rassicurarli che non li abbandonerà mai. Gesù farà agli apostoli un dono che ricorderà loro che Lui è veramente il figlio di Dio ed è la via, la verità e la vita di cui hanno bisogno: lo Spirito Santo. Il Cristo ci invita a credere che non finisce tutto con la morte ma c’è una speranza, perché Lui è fedele alle sue promesse e presto il potere del maligno sarà sconfitto. Non vuole che viviamo nel turbamento e nella paura ma ci rassicura che la pace che ci dona arriva dal Padre me-diante il Figlio e nello Spirito Santo. È un aiuto che ci offre gratuitamente, perché Lui sa che siamo deboli. Il mondo cerca di attirarci con le sue false promesse di pace: “sta tranquillo”, “non scomodarti per gli altri’: “pensa solo a te stesso”; “non buttarti nei pasticci”. Gesù vuole invece che diventiamo coraggiosi, che agiamo peri bisogni degli altri, che impariamo a vivere uniti pur nelle diversità, che seguiamo il suo cammino in salita, ma con quella forza che ci dà Lui e che viene da dentro. L’unità tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo deve apparire con tutta la sua chiarezza nella storia, perché il mondo creda e si converta. Credo nella forza che mi verrà dallo Spirito Santo e mi butto a seguirlo o vivo le giornate come vengono, senza un fine?

Parola-chiave: Spirito

«Dovendo la sacra Scrittura essere letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta, (…) si deve badare con non minore diligenza al contenuto e alla unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell’analogia della fede.» (Dei Verbum, 12)