L’AVE DEL MESSO CELESTE

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una citta di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il suo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio, mio salvatore». (Lc 1,39-47)

Riflessione

Dice Elisabetta a Maria, che le fa visista: «E beata sei, che hai creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (cf Lc 1,45). Nella fede di Maria in un Dio che parla agli uomini come ad amici per vivere in comunione con loro, Chiesa e cristiani sanno che è già espressa anche la fede da cui sono convocati. A una tale fede essi sono chiamati a dare ora quotidiana testimonianza, in questo mondo che ha estremo bisogno di Dio, con gli stessi sentimenti della Vergine: come lei, in ascolto e in accoglienza del Signore che viene; come lei, in volontà del Padre: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). 

L’Ave del messo celeste reca l’annunzio di Dio,

muta la sorte di Eva, dona al mondo la pace.