UNITÀ E CONTINUITÀ NELLA LETTURA DELLA BIBBIA

Un valido aiuto per comprendere l’unità e la continuità tra le due grandi parti della Bibbia (Antico e Nuovo Testamento) è offerto dalla loro lettura nella celebrazione eucaristica domenicale. In questa celebrazione la prima lettura – quasi sempre presa dai libri dell’Antico Testamento – e il brano evangelico presentano testi che hanno qualcosa in comune tra loro (un avvenimento, un personaggio, un intervento di Dio… ). Questi testi si illuminano reciprocamente e vanno interpretati l’uno con l’altro. Il brano dell’Antico Testamento viene compreso in pienezza nel Vangelo di Gesù. E il brano evangelico, a sua volta, trova lo sfondo nel mondo, nel linguaggio, nei personaggi e nelle profezie dell’Antico Testamento. Questa continuità elimina ogni contrapposizione tra Antico e Nuovo Testamento, ma rivela con maggior evidenza un unico progetto di Dio sull’uomo, che dalla creazione conduce alla persona di Gesù, il Salvatore promesso e atteso. Così diceva Sant’Agostino: “l’Antico Testamento è svelato nel Nuovo e il Nuovo Testamento è nascosto nell’Antico”. Infatti si è spesso tentati di rifiutare o di criticare libri dell’Antico Testamento, per non saperli comprendere rettamente. Gesù stesso ci guida alla loro retta comprensione quando, nella sinagoga di Nazaret, proclama che il testo profetico che è stato appena letto si compie “oggi” nella sua persona e nelle sue parole (cfr. Lc 4, 16-21). Per questo, è nella celebrazione eucaristica che Gesù “apre i nostri occhi e il nostro cuore” ( Lc 24,45 ) alla comprensione piena delle Scritture (Antico e Nuovo Testamento). Nella seconda lettura le prime comunità cristiane ci vengono presentate come modelli nell’ accogliere la parola di Dio nella sua continuità e nel viverla nell’esistenza di ogni giorno. E la nostra assemblea domenicale aderisce e risponde alla parola di Dio ascoltata con il canto del Salmo responsoriale.

P. GIRONI