IL MIRACOLO MANCATO

Quelli che passavano di là scuotevano il capo e dicevano: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso. Se sei Figlio di Dio scendi giù dalla croce” ( Mat. 27, 42)

Per il figlio del fabbro schiodare tre chiodi è un gioco. Tre chiodi nel legno, infitti a cuneo entro la fibra bianca. Quanti ne ha piantati e strappati. Sa come si fa. Sarà un miracolo facile, nemmeno un miracolo. Egli vede di lassù le bocche aprirsi nella bestemmia, i denti scintillare nella risata. Si, scenderà, ormai tutto è compiuto.  Il calice egli lo ha tutto vuotato. Soffrire il suo corpo non può più perché non è più corpo, l’ultima stilla se ne è andata via. Questo è un miracolo semplice e quieto. Scenderà come da una scala. Gli angeli subito trasformeranno in rose i buchi rossi delle piaghe ed egli toccherà la terra illeso. Si, questo è certo il miracolo più necessario se vuole che il mondo creda in lui. Scenda! Così, noi saremmo discesi. La nostra logica ci avrebbe strappato giù con i chiodi ancora nelle mani e nei piedi; saremmo così corsi verso il trono che gli uomini ci avrebbero finalmente innalzato. Questo miracolo Gesù non l’ha voluto fare. Sapeva che, se lo avesse fatto, tutti gli altri miracoli sarebbero stati cancellati al primo contatto dei suoi piedi con la terra: il paralitico si sarebbe coricato di nuovo sul suo lettuccio, la emorroissa avrebbe cominciato a perdere sangue, i ciechi di Gerico sarebbero piombati nel buio, ai lebbrosi si sarebbe screpolato il corpo delle antiche piaghe e Lazzaro e gli altri sarebbero scomparsi nei loro sepolcri. Noi non possiamo capire che la vita si compra con la morte, che questo ultimo respiro del petto vale più dell’oro di tutte le stelle che pesano nella notte. Ma Egli che aveva fatto la vita e la morte e le stelle lo sapeva e la sua bocca senza saliva ha risposto: “NO!》

LUIGI SANTUCCI  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *