IL SERVIZIO DEL PRESBITERO

La Chiesa non si esprime solo con la liturgia ma anche con gli eventi della vita.

Essa Come qualsiasi altra forma di aggregazione sociale, ha bisogno di organizzarsi e di avere dei responsabili. Spesso ci si ferma solo sugli aspetti esteriori e si critica il Papa, i Vescovi, i presbiteri, anche se alcuni di loro vengono elogiati per il loro impegno sociale, per l’aiuto che danno agli immigrati, per l’assistenza ai barboni, per il recupero dei drogati
La figura del presbitero e del Vescovo la ritroviamo negli scritti del nuovo testamento, partendo dalla constatazione che noi abbiamo un unico sacerdote che è Gesù stesso, mediatore tra Dio e gli uomini, il quale associo agli Apostoli al suo servizio pastorale e poi li invia a continuare la sua opera nel mondo.
Il capitolo 20 degli Atti degli Apostoli ci descrive l’incontro nella città di Efeso tra i “presbiteri” e l’apostolo paolo, a loro raccomanda di vegliare sulla Chiesa, come buoni attenti pastori visto che lo Spirito Santo stesso li ha destinati a questo compito.. Essi , infatti, erano stati investiti della loro missione col gesto dell’ imposizione delle mani, che è  invocazione dono di un particolare Carisma dello Spirito.

All’inizio del secondo secolo, come testimonia Ignazio di Antiochia, ogni Chiesa ha un vescovo come responsabile,coadiuvato da un consiglio di presbiteri, mentre i diaconi si occupano del servizio dei poveri e delle vedove. Senza il vescovo pare che la Chiesa non ritrovi abbastanza se stessa, non si senta garantita nella sua fede. Crescendo il numero dei credenti a guidare le comunità sono i presbiteri, che diventano i pastori delle singole comunità. A loro compete l’esercizio di comunicare la fede, di trasmettere la sua personale esperienza di Cristo.

Per il suo carisma di Pastore e custode della continuità e dell’autenticità apostolica della fede. Quando la comunità si raccoglie per celebrare l’Eucaristia il presbitero la presiede in “persona Christi”, coinvolgendo ognuno dei presenti a svolgere un compito. Perché la Chiesa vive dell’operosità di tutti i suoi membri. Si unifica solo ciò che vive nella pluralità;si riconduce l’origine solo ciò che si muove in continuità novità; si autentica solo ciò che ogni momento si crea, si coordina solo ciò che è vario, si fa la parte di Cristo a tavola solo se intorno alla mensa ci sono gli apostoli.

SEVERINO DIANICH

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