SAN DOMENICO CONFESSORE (1170-1221)

Figlio della attuale Beata Giovanna d’Aza, la quale mentre attendeva il suo terzo figlio sognò di portare in grembo un cane, che poi fuggì da lei con una torcia accesa tra i denti.

La madrina, invece, vide il figlioccio con una stella sulla fronte, Il cane simboleggiava la fedeltà,la torcia la forza dell’amore, la stella, lo splendore della verità.

Sono i simboli di San Domenico, stella che illuminò le menti offuscate dall’errore, fiaccola che infiammò le anime diventate fredde a causa dell’eresia; fondatore dell’Ordine dei frati predicatori detti “domini canes”, i cani del Signore, chiamati ad estirpare gli errori della fede cristiana.

Dante Alighieri ci dice che San Domenico “negli sterpi eretici percosse”. L’eresia che si propagava era quella dei catari, che credevano che il mondo fosse retto da due principi opposti, quello del bene e quello del male e dividevano la creazione in bene e male: bene l’anima, male il corpo; bene lo spirito, cattiva la materia condannando così la famiglia, la società e la Chiesa. Domenico aveva vissuto serenamente il primo periodo della sua vita, come canonico di Osma in Spagna, quando un viaggio attraverso la Provenza gli fece conoscere quanto fosse diffusa nel paese della Linguadoca l’eresia dei CATARI.

La politica dei castellani in opposizione al Re di Francia, favoriva la ribellione e la propagazione delle eresie.

A Tolosa, il canonico Domenico di Guzman ebbe a discutere per una notte intera con un suo ospite, che era un convinto cataro, e che, solo all’alba si aprì alla luce della verità. Domenico capì allora quanto fosse difficile convincere chi si credeva nella verità e quanta preparazione occorresse. Per questo, il canonico Domenico di Guzman, pensò alla fondazione di un Ordine di frati poveri, studiosi, caritatevoli.

Cani magri, affamati solo di dottrina, con la fiaccola della carità tra i denti e la stella della verità per guida nel loro apostolato.

I suoi frati ci chiamarono Predicatori, non solo con la parola ma anche con le opere. San Domenico fu uomo di intensa preghiera; assiduo nello studio, instancabile nella predicazione; paziente nelle controversie, coraggioso nella ricerca e nel dialogo con gli eretici.

Morì a Bologna, nel 1221 all’età di 51 anni, consumato dalle fatiche fisiche e dal logorio mentale. Il suo Ordine Religioso continua oggi nel mondo il suo carisma.

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