UNA NUOVA RUBRICA: “GESÙ HA I SUOI NOMI”

Gesù ha i suoi nomi 

Aprendo le pagine del Nuovo Testamento, ci incontriamo con i diversi nomi che ci svelano la persona di Gesù. Nella tradizione biblica il nome indica la persona e la sua missione: Dio stesso viene chiamato “il Nome”, per esprimere la profonda ricchezza di questo termine.

Anche il nome Gesù, oltre a designare la persona, ne specifica la missione: il nome Ebraico Jehoshuà, che è il corrispondente di Gesù, significa: “il Signore salva”. Così lo annuncia l’angelo che appare in sogno a Giuseppe: “Tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21).

Quello di Gesù è il nome che “è al di sopra di ogni nome” (Fil 2,9), è il nome nel quale ciascuno di noi viene ancora battezzato (Cfr At 2,38)e nel quale solo “è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,12).

Insieme con questo, i Vangeli ci presentano alcuni particolari nomi con cui Gesù ha indicato se stesso o con cui si sono rivolti a lui i contemporanei. Altri nomi sono stati originati nel contesto di vita del suo tempo o nel contesto di fede della prima comunità cristiana. Per una migliore comprensione del significato di questi nomi con cui viene presentata la persona di Gesù, diamo inizio a una nuova rubrica dal titolo: “Gesù ha i suoi nomi”. Conoscere questi nomi è avvicinarsi alla persona di Gesù e al grande amore con cui egli ancora oggi ci rivela se stesso.

Il nome Gesù, nella sua forma ebraica Jehoshua, evoca subito uno dei grandi protagonisti della storia biblica, Giosuè, che introduce il popolo di Israele nella Terra della promessa, come leggiamo nel libro della Bibbia che ci è stato trasmesso con il suo stesso nome.

Nel loro significato originario i nomi Giosuè e Gesù esprimono l’agire di Dio nella storia della salvezza: Jehoshua significa infatti “il Signore dona la salvezza”. Come Giosuè ha introdotto il popolo biblico nella terra della libertà e della salvezza dopo la schiavitù egiziana, così Gesù introduce tutti noi nel suo Regno, dopo averci donato la salvezza con la sua morte e risurrezione.  Gesù si presenta nel suo contesto familiare e sociale con questo nome, nel quale si concretizza e si svolge la sua esistenza quotidiana. È il nome che lo rende uomo tra gli uomini nella Palestina del suo tempo. I suoi contemporanei lo chiamavano abitualemente con questo nome, spesso associandogli la specificazione di “figlio del falegname” (Mt 13,55), “figlio di Giuseppe” (Lc 4,22), “figlio di Maria” (Mc 6,3). I suoi discepoli e quanti vedevano in lui l’inviato di Dio, lo hanno riconosciuto nella fede come il “Messia (o il “Cristo”) annunciato dai profeti.

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