IL PADRE MANDA IL FIGLIO

Chi invita gli uomini a fare penitenza ed annuncia il perdono del Padre?
È Gesù! e noi siamo quel popolo che ha quotidianamente bisogno della buona notizia: “Siamo ancora in tempo! Lasciamoci allora abbracciare dal Padre!” Teniamo fisso lo sguardo su Gesù per ritrovare continuamente stupore davanti alla novità che egli è per tutta l’umanità.

Perché Gesù parla insistentemente del Padre? Egli invita i discepoli a vivere costantemente sotto lo sguardo del Padre (Matteo 6, 5-6). Come ha fatto Maria! Infatti la sua gioia nasceva dalla certezza di vivere sotto lo sguardo misericordioso di Dio. Gesù invita gli apostoli a rivolgersi a Dio chiamandolo “Padre”; è un invito alla confidenza, alla fiducia, alla consegna serena di noi stessi a colui che infinitamente ci ama. Gesù ci insegna il Padre Nostro perché lui non può vivere senza il colloquio d’amore con il Padre( Luca 6 ,12-13).
Ogni decisione di Gesù nasce e matura nella preghiera. Anche nel momento drammatico della Passione prega e invita gli apostoli a pregare e muore pregando il Padre (Luca 23,46). San Matteo nella genealogia ci trasmette un messaggio chiarissimo ci presenta la lista degli antenati umani di Gesù, ma, giunto a Giuseppe improvvisamente fa un salto e passa a Maria, sottolineando così il carattere unico ed irrepetibile del concepimento di Gesù. Analoga cosa ci riferisce l’evangelista Luca nel racconto dell’annunciazione (Luca 1,35). Gesù, giunto all’età di 12 anni, mette alla prova la fede di Maria e Giuseppe quando dice che “deve occuparsi delle cose del Padre suo” (Luca 2,49).

Nel Battesimo di Gesù si manifesta il mistero di Dio. Analoga esperienza avviene nella Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor (Luca 9,33-35). Gesù è il Figlio di Dio nel senso più vero è più pieno e più autentico della parola. San Giovanni Evangelista nel prologo ci dice: “Dio nessuno l’ha mai visto proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Giovanni 1,18).

A. COMASTRI

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