NOTE SULLA ENCICLICA “FRATELLI TUTTI” – Terza Parte

Il vero riconoscimento delle diversità degli altri è reso possibile solo dall’amore, mettendoci al loro posto per comprendere che cosa c’è di autentico, o di comprensibile, tra le loro motivazioni e i loro interessi. 

Nella lettera Papa Francesco sottolinea pure il grande valore della gentilezza. La persona che possiede questa qualità aiuta gli altri, affinché la loro vita sia più sopportabile. Ci fa avere rispetto ed essere attenti a non ferire con le parole o i gesti.

Una persona gentile possiamo considerarla un miracolo, quando tralascia le sue preoccupazioni ed urgenze per prestare attenzioni, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per creare uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. L’obiettivo del dialogo è quello di stabilire amicizia, pace, condivisione di valori per la dignità della persona umana.

Il senso di questa Enciclica quindi è “restituire all’umanità la sua coscienza”, “uscire da noi stessi” per trovare negli altri “un accrescimento di essere”. 

È giunto il momento di sognare un’unica umanità in cui siamo tutti fratelli.