MADONNA ODIGITRIA

L’Odigitria di Guglielmo II è un imponente icona bizantina su tavola, risalente al XII secolo, alta m. 1,40 e con una base lunga m 1,27. 

L’icona, raffigurando l’Odigitria, dice immediatamente un’idea cara alla pietà ecclesiale affermatasi sin dal IV secolo: la Madonna, indicando con la mano destra il Bambino Gesù che ella sorregge col braccio sinistro, addita, a chi guarda, la via su cui giunge agli uomini la salvezza. 

Qui però anche il Bambino punta la sua mano destra su un fermaglio rotondo bianco posto sotto il collo della Madre simbolo della sua immacolatezza  che la rende degna di collaborare alla salvezza del mondo: è l’idea dell’unica mediazione salvifica in Cristo Gesù, accompagnata dall’idea del ruolo corredentore di Maria. 

Se guardiamo attentamente l’icona scopriamo: il viso del Bambino ha la mimica severa da un uomo adulto, mentre il suo corpo è di un fanciullo; il significato che Gesù è la Sapienza di Dio, che tutto sa dall’eternità, tant’è che il Bambino stesso stringe nella mano sinistra un rotolo, quello della legge evangelica. 

Il volto di Gesù è una sintesi dei significati teologici: le due linee orizzontali che solcano la fronte di Gesù, per ricordare le due nature divina e umana, unite nell’unica Persona del Figlio: al centro della fronte di Gesù le grinze disegnano una X greca, iniziale di Christòs, sulle tempie appaiono due cerchi, uno più grande ed uno più piccolo, simboli della comunione che il Padre e lo Spirito Santo mantengono con il Figlio incarnato; un altro riferimento alla Trinità è costituito dai due angeli Michele e Gabriele che sono situati negli angoli superiori dell’icona. Mons. Saverio Ferina ha suggerito una seconda denominazione di questa Odigitria come Madonna della Trinità. 

Il mantello della Madonna è ornato di tre stelle che simboleggiano la perpetua verginità di Maria prima, durante e dopo il parto, come pure i tre titoli mariologici fondamentali: vergine, sposa e madre. 

Il rettangolino scuro sul collo della Madonna, rievoca l’inimicizia “genesiaca” tra Maria e il serpente.