SAN GIORGIO DI LYDDA

Il nome di Giorgio richiama subito la nota leggenda del cavaliere che libera la fanciulla dal drago. Veneratissimo fin dall’antichità sia in Oriente che in Occidente, a partire dal VI secolo, la sua tomba a Lydda, in Palestina era meta di frequenti pellegrinaggi; esistono ancora i ruderi della basilica a lui dedicata. Poche sono le notizie della sua vita, da una epigrafe greca datata 368 d.c. leggiamo “casa dei santi e trionfanti martiri Giorgio e compagni”, la sua morte avvenne presumibilmente durante la persecuzione di Diocleziano o, secondo altri, sotto Daciano imperatore dei persiani. 

Da una “Passio” che attualmente è conservata nella Biblioteca Ambrosiana a Milano leggiamo che “Giorgio era figlio del persiano Geronzio e della cappadoce Policronia, che avevano stabilito la loro residenza in Palestina. 

Educato cristianamente, intraprese la carriera militare arrivando a ricoprire la carica di tribuno delle milizie. 

Allo scoppio della persecuzione di Diocleziano, distribuì i suoi beni ai poveri e si professò apertamente cristiano, rifiutandosi di sacrificare agli dei davanti all’imperatore. Per questo subì vari tormenti… venne decapitato nella seconda metà del terzo secolo d.c. Molti autori: Gregorio di Tours, Veneziano Fortunato, Andrea di Creta, San Pier Damiani, Giacomo da Varazze ne hanno scritto le sue gesta e la sua morte. 

Nella iconografia viene rappresentato come un cavaliere vincitore del drago. All’epoca delle crociate il culto di San Giorgio ebbe un notevole incremento anche per la leggenda della ragazza liberata dal drago.

San Giorgio è il protettore dell’Ordine Teutonico, dell’Ordine militare di Calatrava di Aragona, del sacro Militare Ordine Costantiniano di san Giorgio.