SANTI ANNA E GIOACCHINO GENITORI DI MARIA DI NAZARETH – Seconda Parte

Il culto a Sant’Anna è documentato in oriente nel secolo VI, in occidente si diffuse nel secolo X. Quello di San Gioacchino nel XIV secolo. Già nei primi tempi del cristianesimo a Gerusalemme, presso la porta Aurea esisteva in onore di Sant’Anna, un piccolo oratorio, che Sant’Elena nel 326 fece ingrandire. Il Papa Gregorio XIII introdusse la festa dei Santi Anna e Gioacchino nel messale romano nel 1584 e la estese alla Chiesa universale. Il culto di Sant’Anna in Sicilia ha messo presto radici profonde. Ogni città o paese ha una chiesa o un altare dedicato alla Santa, che viene invocata con il dolce appellativo di “Matri Sant’Anna”. Ruggero dè Segreti, nel 1176, fondò a Messina un monastero in onore di Sant’Anna che donò alle suore Basiliane. Nella stupenda chiesa della Martorana (Santa Maria dell’Ammiraglio) in Palermo, nel secolo XII fu eseguito un meraviglioso mosaico, che raffigura Sant’Anna. L’icona, dicono gli studiosi, è la più antica immagine della Santa realizzata in Sicilia. Fra Innocenzo da Chiusa Sclafani (PA) diffuse molto la devozione alla Santa in Sicilia e a Roma, dove visse e morì il 15 dicembre 1631 e le sue spoglie furono tumulate nella chiesa di San Francesco a Ripa. Il 12 settembre 1992, grazie all’interessamento di Mons. Rosario Bacile, allora parroco, parte dei resti furono portati nella chiesa madre di Chiusa Sclafani. Il complesso conventuale di Sant’Anna in Giuliana, fino agli anni ‘50 fu meta di pellegrinaggi di devoti provenienti dai paesi vicini. La devozione a Sant’Anna è particolarmente sentita a Castelbuono che custodisce, nella cappella del castello, il teschio della Santa donato nel 1242 dal duca di Lorena a Guglielmo Ventimiglia, conte di Geraci. I Ventimiglia, trasferitisi nel 1454 a Castelbuono, portarono con loro la preziosa reliquia. A Modica, nel 1639 i Frati Minori (Riformati) dedicarono a Sant’Anna una bella chiesa costruita in prossimità del castello e un convento annesso. In seguito alla soppressione delle corporazioni religiose (1866), il complesso conventuale fu requisito, venduto e ristrutturato per essere destinato a sede della fondazione del liceo convitto. Il titolo dell’edificio sacro venne trasferito ad altra chiesa parrocchiale. Un particolare ricordo merita infine il santuario di Aci San Filippo, fondato nel 1756 dal laico eremita, Fra Rosario Campione. Un certo Daniele, monaco basiliano nel monastero del SS. Salvatore in Messina, nel 1308 scrisse un famoso panegirico della Santa, la cui lettura nelle chiese contribuì molto alla diffusione del culto nel territorio. A Palermo i nonni di Gesù sono venerati nelle chiese di Sant’Anna la Misericordia, di Sant’Anna al Borgo, di Sant’Anna dei Pioppi in via Pignatelli Aragona e di Sant’Anna in via Rua Formaggi. Nei pressi di Giuliana restano i ruderi di un convento con la chiesa attigua, dedicati a Sant’Anna, sorti tra il 1506 e il 1587, divenuti vere culle di santità per molti figli di Francesco d’Assisi. In questo convento visse per molti anni il venerabile Innocenzo da Chiusa Sclafani (1557-1631), detto lo “scalzo di Sant’Anna”, fratello laico dei Frati Minori. Il religioso per intercessione della Santa ottenere da Dio numerose grazie, tra le quali la guarigione del sommo pontefice Gregorio XIV.