“VERSO LA REALTÀ ULTIME” – Seconda Parte

Il possesso di Dio diventa perfettamente saziante: il pellegrino stanco ed assetato che giunge alla casa del Padre trova finalmente la felicità. 

Come dice Agostino: “Tu ci hai fatto, o Signore, per te, ed il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te”. La certezza che questo possesso è senza fine e preserva dalle venature di tristezza che sulla terra tutti sperimentiamo. In che cosa consiste la felicità eterna dell’uomo? La felicità eterna consiste nella partecipazione diretta e manifesta alla vita di Dio, cioè alla sua conoscenza, al suo amore, alla sua gioia. Nella speranza noi attendiamo con fiducioso desiderio l’incontro con il Signore Gesù, la visione beatificante di Dio e la pienezza della vita eterna. Con il termine Paradiso intendiamo lo stato di perfetta felicità del giusto dopo la morte. Viene evocato il giardino dove era stato collocato Adamo all’inizio dei tempi. La beatitudine ha un riferimento verticale Dio ma anche orizzontale l’incontro con le creature. Sant’Ireneo di Lione dice: “la gloria di Dio sta nella vita dell’uomo, ma la vita dell’uomo sta nella visione di Dio”. 

Verso il traguardo

Non si può dire compiuta la contemplazione del mistero ecclesiale o, che è lo stesso dell’effusione della pentecoste e della gloria del Signore alla destra del Padre, se non si riflette sulla tensione che pervade tutta la Chiesa e sullo slancio che la indirizza verso la piena e aperta comunione con Cristo. 

Gesù, il capo, il principio, il traguardo è posto nell’eternità di Dio ed è pienamente realizzato nella sua ricchezza interiore, mentre la Chiesa è immersa nella storia, nel tempo, nel provvisorio. Il Cristo è risorto ed è nella gloria, ma tutta la Chiesa sperimenta questa tensione escatologica, cioè il desiderio di pienezza verso le “ultime cose”. Vivere in amicizia e in grazia con Dio, implica lo sviluppo della conoscenza di fede, l’incontro desiderato con il Salvatore. 

Per questo ci sono di aiuto l’itinerario sacramentale e quello penitenziale che opera la purificazione e che dura tutta quanta la nostra vita. Così lo Spirito conduce la Chiesa al suo compimento e al suo approdo che è Cristo. 

A Cristo termina la storia del mondo e la storia dei singoli. Se il nostro destino è Cristo, il nostro compimento e il nostro premio sarà la contemplazione della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. 

GIACOMO BIFFI