SAN GIOVANNI XXIII PAPA

La sera del 03 giugno 1963, al termine della messa celebrata sul sagrato della Basilica di San Pietro, concludeva la sua esistenza terrena Papa Giovanni XXIII. Nato il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte (Bergamo) da una numerosa famiglia di contadini mezzadri.

Sin da ragazzo ebbe una educazione ai valori umani, morali, religiosi di quel tempo e all’età di 11 anni entrò in Seminario. 

Angelo Giuseppe Roncalli a 14 anni venne accolto tra i terziari francescani; poi proseguì gli studi teologici e venne ordinato sacerdote a Roma il 10 agosto del 1904. Sin dall’inizio esercitò il ministero di segretario del Vescovo servizio che durò sino ai primi mesi del 1915. Dopo lo scoppio della 1ª Guerra Mondiale si arruolò dapprima come sergente di sanità, poi come tenente cappellano. Agli inizi degli anni venti Benedetto XV lo chiamò a Roma al servizio della Congregazione di Propaganda Fide. 

Nel 1925 divenne Vescovo e venne inviato in Bulgaria, nel 1934 passò in Turchia ad Istanbul… Questa lunga permanenza nell’Europa orientale gli permise di conoscere i vari riti e le tradizioni della Chiesa Cattolica e delle Chiese Ortodosse. Alla fine del 1944 Pio XII lo nominò Nunzio Apostolico in Francia, a Parigi. Agli inizi del 1953 fu nominato Cardinale e dopo qualche giorno Patriarca di Venezia. Il suo servizio episcopale camminava su due binari: fedeltà e rinnovamento. Nell’ottobre del 1958 venne eletto Papa assumendo il nome di Giovanni XXIII. Nel 1959 indisse il Concilio Ecumenico Vaticano II che ebbe inizio, a Roma, l’11 ottobre del 1962. Morì all’indomani della Pentecoste del 1963, suscitando un’ondata di rimpianto e di simpatia inimmaginabile. Giovanni XXIII è stato il papa della bontà, del concilio, dell’ecumenismo, delle missioni, della Chiesa che vuole abbracciare il mondo”. Alla fine della sua vita affidò alla Chiesa il suo testamento: “Ciò che più vale nella vita è Gesù Cristo, benedetta la sua santa Chiesa, la verità e la bontà”. Questo testamento vogliano raccogliere oggi anche noi, mentre ringraziamo l’Eterno per avercelo donato come Pastore”.