IL PADRE NOSTRO DI PAPA FRANCESCO “SIA FATTA LA TUA VOLONTA”

Prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio ha nei confronti dell’uomo e del mondo. Il peccatore Zaccheo sale su un albero perché vuole vedere Dio, ma non sa che molto tempo prima , Dio si era messo in cerca di Lui. E noi nella preghiera chiediamo che la ricerca di Dio vada a buon fine, che il suo disegno di salvezza si compia in ognuno di noi e in tutto il mondo.

. “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Dio con il suo amore bussa alla porta del nostro cuore per attirarci a Lui e portarci avanti nel cammino della salvezza. Questo non vuol dire che dobbiamo piegare servilmente la testa, come se fossimo schiavi. No! Perché Dio ci vuole liberi; è l’amore che di Lui che ci libera. Il Padre nostro è la preghiera dei figli, non degli schiavi. Ma dei figli che conoscono il cuore del Padre e sono certi del disegno del suo amore.

Il cristiano non crede in un destino ineluttabile, se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene. A questo Dio ha senso obbedire e abbandonarsi anche nell’ora della prova più dura.

Dio, per amore, può portarci a camminare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai.

DACCI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

Nella seconda parte del Padre nostro, presentiamo a Dio le nostre necessità, perché ammettiamo che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci.

Quante madri e quanti padri vanno a dormire col tormento di non avere l’indomani pane a sufficienza per i propri figli! .E pane sta anche per acqua, medicine, casa e lavoro….Chiedere il necessario per vivere.

Il pane che il cristiano chiede nella preghiera non è il “mio” pane ma è il “nostro” pane. Così vuole Gesù. Ci insegna a chiederlo non solo per se stessi, ma per l’intera fraternità del mondo.

Il pane che chiediamo al Signore è quello stesso che un giorno ci accuserà perché ci rimprovererà la poca abitudine a condividerlo con chi ci sta vicino. Era un pane regalato per l’umanità e invece è stato mangiato solo da qualcuno: l’amore non può sopportare questo. E neppure l’amore di Dio può sopportare questo egoismo di non condividere il pane.

Quando Gesù moltiplica i cinque pani e due pesci che un bambino è disposto a condividere, ha voluto dare una lezione di condivisione: date quello che avete e io farò il miracolo. Egli stesso, moltiplicando quel pane offerto, ha anticipato l’offerta di sé nel Pane eucaristico.