IL PADRE NOSTRO DI PAPA FRANCESCO

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA   

Il Vangelo di Matteo colloca il testo del Padre Nostro al centro del discorso della montagna. Gesù sale su una collina e a una cerchia dei suoi più intimi discepoli e poi a una folla sempre più numerosa consegna il Padre nostro. Nel suo discorso Lui incorona di felicità una serie di persone che nel suo tempo non erano molto considerate: poveri, umili di cuore, perseguitati….  

Il Vangelo è rivoluzionario perché considera tutte le persone capaci di amore, gli operatori di pace, che fino allora erano finite ai margini della storia, costruttori di un regno di pace, del Regno di Dio.

L’amore non ha confini: si può amare il proprio coniuge, il proprio amico e perfino il proprio nemico in una prospettiva nuova :”amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano perché il Padre che è nei cieli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”.

Il cristiano non è uno che si impegna a essere più buono degli altri, ma è uno che sa di potere chiedere al Padre di lasciarsi rinnovare dalla sua potenza e di riflettere un raggio della sua bontà in questo mondo così assetato di bene e in attesa di belle notizie.

Pregare significa rivolgersi a Dio come un figlio al Padre, il quale sa di quali cose hai bisogno prima ancora che gliele chieda. Potrebbe essere anche una preghiera silenziosa…..

BUSSATE E VI SARA’ APERTO

Il vangelo di Luca descrive la figura del Cristo in un’atmosfera densa di preghiera.

Ogni passo della vita di Gesù è come sospinto dal soffio dello Spirito che lo guida in tutte le azioni. Gesu’ prega nel battesimo al Giordano, dialoga col Padre prima di prendere le decisioni più importanti, si ritira spesso in solitudine a pregare e prega per ognuno di noi affinchè la nostra fede non venga meno e ancora oggi lo fa.

 E questo è consolante!!!

Anche durante la sua agonia, Gesù consola le donne, prega per i suoi crocifissori, promette il paradiso al buon ladrone e spira dicendo :”Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.

Anche noi possiamo dire al Signore :”Signore, tu stai pregando per me, lo so, ma insegna a me a pregare, perché anch’io possa pregare”.

“ABBA’, PADRE”

Dopo avere conosciuto Gesù e ascoltato la sua predicazione, il cristiano non considera più Dio come un tiranno da temere, ma sente fiorire nel suo cuore la fiducia in Lui: può parlare chiamandolo Padre, Abbà, Papà.

Noi siamo invitati a chiamare Dio con il nome di Papà, ad avere con Lui un rapporto come quello che un bambino ha con il suo papà. Per pregare bene, dice papa Francesco, bisogna arrivare ad avere il cuore di bambino.

Dio ti cerca anche se tu non lo cerchi, Dio ti ama anche se tu ti sei dimenticato di Lui. Dio scorge in te una bellezza anche se tu pensi di avere sperperato inutilmente i suoi talenti. Dio non è solo un padre ma anche una madre che non smette mai di amare la sua creatura.

Lui non nasconderà mai il suo volto…Tu digli Padre ed Egli ti risponderà, qualunque cosa brutta tu abbia mai fatto nella tua vita.