SOVVIENI ALLA NECESSITÀ MATERIALI DELLA CHIESA

Dio ha pensato il suo popolo, la Chiesa, come una grande famiglia di “ fratelli e sorelle”, con un unico Padre  “ che è nei cieli”. Parole che risuonano continuamente nelle nostre chiese e che sono a rischio di semplici formalità. Come in ogni vera famiglia così anche nella Chiesa non sono pensabili dei semplici “clienti” di servizi religiosi. Il luogo di culto non ha niente da spartire con un supermercato. Nella grande famiglia della Chiesa, che si rende concreta e visibile nelle singole comunità, tutti sono chiamati ad essere in qualche modo responsabili della casa comune.

La partecipazione attiva nella liturgia, dove nessuno “assiste” e nessuno dovrebbe stare semplicemente a guardare, ma tutti sono chiamati a prendervi  parte in qualche modo, è immagine di una comunione solidale che va oltre il momento culturale.

In primo luogo la condivisione con i poveri come testimoniano gli Atti degli Apostoli (Cfr. 4, 32-35) e l’apostolo Paolo che loda le comunità di Corinto e della Macedonia per l’aiuto dato alla chiesa madre di Gerusalemme (Cfr. 2 Cor 8). La raccolta delle offerte durante la messa ha questa origine (Cfr. 1 Cor 16,2). Una solidarietà che riguarda in primo luogo le persone, certo, ma anche la gestione di quel luogo che originariamente era chiamato “domus ecclesiae”, cioè “ casa della Chiesa”, casa di tutto il popolo di Dio.

Il precetto della Chiesa ricorda questa comunione solidale che non è solo intimistica e interiore, ma “in uscita”, per i bisogni materiali della Chiesa tutta, persone e cose; un aiuto che ciascuno è chiamato a dare secondo le proprie possibilità.

SILVANO SIRBONI

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