Il salmo 107 del Salterio celebra la misericordia del Signore e noi siamo chiamati a ringraziarlo per i prodigi che Egli compie a favore degli uomini. Questo salmo che attesta il “credo” del popolo di Dio nella divina Misericordia come guarigione da ogni iniquità, liberazione, nutrimento, sollievo invita tutti a benedire l’Eterno. Questo salmo è lo specchio della nostra vita, riflette il nostro deserto, la nostra sofferenza e la salvezza che Dio opera attraverso la sua Parola. Nella sua divina sapienza noi ritroviamo noi stessi, ci riconosciamo suoi figli, perché in lei è immerso da sempre il nostro spirito ( cfr Proverbi 8, 23-31 ). Però è difficile invocare, seguire, amare la “sorella sapienza” ( Proverbi 7,4 ). Infatti nel suo Nome tutto è rivelato a noi, tutto si schiude ai nostri cuori, alle nostre menti; è nel suo Nome che si manifesta a noi. Una volta invocata “sorella sapienza” dobbiamo lasciarla penetrare nei nostri cuori per compiere anche noi la volontà del padre. È per questo motivo che è presente come luce alle nostre menti, e come fuoco nei nostri cuori. L’apostolo Paolo nella prima lettera ai Corinzi ( cap 2, 6-16 ) ci descrive l’azione dello Spirito nella vita dei suoi figli i quali possono essere stolti per il mondo ma sapienti per Cristo, diventando uomini nuovi. Con la liturgia preghiamo così: “Ti ringraziamo perché, con il sacrificio di Gesù, ci hai “innestati” all’albero della vita e della sapienza infinita, da cui è germogliata la nostra salvezza”.