GIORGIO GUZZETTA

“SERVO DI DIO GIORGIO GAZZETTA, VANTO DEGLI ALBANESI DI SICILIA E INSIGNE RIFORMATORE, PREGA PER NOI”.

Il Servo di Dio P. Giorgio Guzzetta nacque a Piana degli Albanesi, la più popolosa e importante colonia albanese in Sicilia e sede della Eparchia bizantina la cui giurisdizione si estende sopra tutte le chiese insulari di rito orientale, il 23 aprile 1682 da una famiglia di onesti, laboriosi e umili condizioni economiche. I genitori, Lorenzo e Caterina Mamola, agricoltori, avevano conservato le tradizioni della terra d’origine e, pur sforniti di mezzi economici, vollero assicurare ai figli, tre femmine e cinque maschi, un’istruzione che desse loro migliori opportunità di vita: due, Calogero e Francesco, divennero papàs di Piana degli Albanesi; un altro, Serafino, fu “definitore generale” degli agostiniani scalzi; Giuseppe, studente di medicina, ma morì a 22 anni.

Giorgio Guzzetta fu affidato giovanissimo ai gesuiti, dove era novizio Serafino, il fratello maggiore. Ben presto mostrò capacità di panegirista e oratore sacro, e fu apprezzato dai gesuiti, che inutilmente lo invitarono a entrare nella Compagnia. Tornato a Piana degli Albanesi, insegnò nella scuola pubblica appena istituita su iniziativa degli amministratori locali, prodigandosi per i giovani delle classi popolari. Parecchi allievi divennero poi suoi collaboratori, e due anche vescovi: Giuseppe Schirò, che fu arcivescovo di Durazzo, e Giorgio Stassi, vescovo titolare di Lampsaco. Dopo i primi studi, entrò nel 1702 nel Seminario arcivescovile di Monreale, retto allora dall’arcivescovo G. Roano, da cui dipendevano ecclesiasticamente quelle colonie di Albanesi che, nel corso del XV e XVI secolo, si erano rifugiate per motivi politici e religiosi in Sicilia. Nell’istituto, rinomato per gli studi sacri e letterari, il Guzzetta perfezionò le lingue classiche.

Conseguito il Dottorato in Sacra Teologia e divenuto un valido antichista, riuscì a tradurre un arduo testo greco riguardante i privilegi della chiesa metropolitana di Palermo. La sua interpretazione fu apprezzata dal viceré card. F. Del Giudice, arcivescovo di Monreale, che lo nominò suo prosegretario, come traduttore di greco classico alla Corte del cardinale arcivescovo Francesco Del Giudice. Lasciata la Diocesi di Monreale decise di entrare nella Congregazione dei preti dell’Oratorio di San Filippo Neri in Palermo (1706), ma trovò l’opposizione dei padri dell’oratorio di Palermo, forse contrari all’ingresso nell’organizzazione religiosa di rito latino di un giovane di rito greco – bizantino. Tuttavia il 5 dicembre 1706, con dispensa papale, il G. fu ammesso nell’oratorio di Palermo (all’Olivella); il 22 dicembre 1707 fu ordinato sacerdote, e ebbe sotto la sua guida spirituale principi, vescovi e cavalieri. L’ingresso nella Congregazione filippina sancì il passaggio del Guzzetta al rito latino e, probabilmente, provocò la crisi

spirituale che per tre anni lo portò a voler abbandonare l’Ordine. Tra 1709 e 1710 cominciò a predicare in italiano e in albanese, segnalandosi per omelie modellate su quelle dei santi Basilio, Giovanni Crisostomo e Gregorio Nazianzeno; a Napoli intrattenne l’uditorio della chiesa di rito greco. Quasi contemporaneamente gli fu accordato il permesso di confessare e, grazie alle influenti relazioni costruite attraverso il prestigio personale, divenne direttore spirituale di eminenti personalità a Palermo, Napoli, Roma.

Per la sua versatilità il Guzzetta cominciò anche a godere la protezione degli alti prelati e ricoprì numerosi incarichi. Fu amministratore della Congregazione; gli arcivescovi di Palermo lo nominarono prefetto dei novizi, con l’incarico di insegnare teologia e morale. Si segnalò come autore di allegazioni giuridiche, una delle quali a difesa delle monache basiliane del convento del SS. Salvatore di Palermo. Questa multiforme attività non impedì al Guzzetta di intraprendere iniziative vaste, volte in primo luogo alla ripresa in Sicilia del rito greco – bizantino, che a causa delle disposizioni ecclesiastiche vigenti minacciava di scomparire. Impedire il passaggio della comunità albanese al rito latino richiedeva quadri culturalmente adeguati. A questo scopo, nel 1716 fondò in Piana dei Greci la Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri per i sacerdoti celibi di rito greco – bizantino e nel 1734, in Palermo, il Seminario Greco – Albanese per la gioventù di rito greco delle colonie albanesi di Sicilia. L’istituto, nato per rialzare le sorti del rito orientale, non fu un’iniziativa isolata. Nei progetti del Guzzetta in ogni colonia albanese di Sicilia dovevano sorgerne altri, dove avrebbero dimorato sacerdoti da mandare missionari in Grecia e Albania, per procurare il ritorno delle Chiese orientali separate all’unità cattolica. Padre Giorgio Guzzetta indirizzò tutte le sue opere a questo grande ideale missionario, ma non tralasciò di creare i necessari istituti per l’istruzione e l’educazione della gioventù. Con il padre Antonio Brancato, anch’esso di Piana degli Albanesi, promosse, inoltre, la fondazione del Collegio di Maria di Piana degli Albanesi (1733). P. Giorgio Guzzetta, Apostolo degli Albanesi di Sicilia, si adoperò per l’istituzione del Vescovado greco di Sicilia, che sarebbe stata ordinata dopo la sua morte con Bolla di Pio VI del 06 febbraio 1784, approvata con regio decreto del 10 gennaio 1785 e, antesignano del Concilio Vaticano II, lavorò per il ritorno dell’Oriente Cristiano all’unità della Chiesa.

Profondo conoscitore della cultura classica, scrisse, fra l’altro, una Cronica della Macedonia fino ai tempi di Skanderbeg, l’Etimologico e l’ancora inedito De Albanensibus Italiae rite excolendis, ut siti totique Ecclesiae prosint, che contiene uno dei primi contributi alla descrizione e allo studio della lingua albanese. P. Giorgio Guzzetta scrisse diverse opere, tra le quali la più significativa è il “De Albanensium Italie rite excolendis ut sibi totique S. Ecclesie”, il cui manoscritto è stato rinvenuto ed è conservato nell’Archivio parrocchiale della Cattedrale di Piana degli Albanesi. I suoi testi costituirono la base delle future e più ampie e solide ricerche degli intellettuali italo -albanesi che seguirono.

Si spense in fama di santità il 21 novembre 1756, e fu sepolto nella chiesa di San Ignazio all’Olivella in Palermo. Le spoglie di padre Giorgio Guzzetta, del quale è in corso la causa di beatificazione, dal 1954 riposano nella Cattedrale dell’Eparchia San Demetrio Megalomartire in Piana degli Albanesi.

La sua personalità ha suscitato l’interesse dei circoli unionistici, e in specie dell’Associazione cattolica italiana per l’Oriente cristiano, sorta nel 1929. In questo contesto a Palermo fu avviata una causa per la sua beatificazione dai padri dell’oratorio (1934), poi riattivata dall’arcivescovo di Monreale e affidata interamente all’Eparchia di Piana degli Albanesi nel 1984; il processo diocesano è ripreso il 21 novembre 2001.