PADRE RIVILLI

P. RIVILLI FONDATORE DEL MOVIMENTO E LIA CERRITO

tra le vite dei Santi del novecento.

Prima di condividere con voi quanto è stato frutto di ricerca e nella memoria e nei ricordi personali, sento il dovere diringraziare il Signore innanzitutto che mi permette di riflettere e di dare testimonianza e il vostro parroco che ha creduto nella Parola di Dio e nelle persone che hanno incarnato il progetto di Dio nella loro vita. In realtà perché dobbiamo parlare diP. Rivilli e di Lia Cerrito che sono stati posti dopo la morte come figure di santità del nostro secolo, come testimoni di casa nostra? Come hanno vissuto e che cosa hanno fatto per meritare la nostra attenzione e considerazione? Chi sono i santi, in chi hanno creduto? Papa Francesco recentemente ha sottolineato che i santi non li dobbiamo pensare nella nicchia, ma nell’ ordinarietà della vita quotidiana, essi sono coloro che hanno aderito al progetto di Dio, alla sua volontà. Chi si è sforzato di realizzare il progetto di Dio, chi ha ascoltato, creduto e messo in pratica la Parola del Signore nel tempo concesso, questi merita d’essere considerato santo. Diceva P. Rivilli : “II tempo è concesso all’uomo non per distrarsi in tante occupazioni e preoccupazioni, ma per vivere in modo da arrivare allo stato dell’uomo perfetto con una crescita che tende alla pienezza della statura di Cristo (Ef 4,13.) Quando non si vive per attualizzare nella propria vita questo meraviglioso progetto, la vita non ha senso e finisce per deprimere l’uomo e imprigionarlo nella morsa di un destino umiliante e senza futuro”

Raggiungere la pienezza della statura di Cristo ci consente di realizzare il progetto diDio. Per questo occorre incontrare , seguire, conoscere Cristo che ci porta al Padre.  In questo anno la chiesa ci ha invitato a riflettere sulla fede , e in sintesi potremo dire che occorre fidarsi di Dio che si è fidato di noi e affidarci a Lui. Sembra un gioco di parole, ma tutta la vita di P. Rivilli e di Lia è stata una risposta ad una grande passione, ad un bisogno insopprimibile, ad un ideale che lo Spirito di Dio messo nel cuore : ricostruire il mondo con Cristo e per Cristo, fare del Vangelo il motivo della loro vita, fare arrivare al cuore dell’uomo la Parola . Il primo imput è questo: Ciascuno di noi può guardarsi dentro e chiedersi sino a che punto noi scommettiamo la nostra vita al seguito di Qualcuno che ci fa una proposta di senso, ci impegniamo a incarnare quello che Lui ci dice. Premesso questo, dico che è una gioia grande, un dono stupendo aver incontrato queste persone che hanno segnato la mia strada divenendo precursori. Io ho conosciuto entrambi e provo una grande commozione a raccontarvi di loro per quello che ho potuto. Certamente la mia esperienza al seguito di queste persone ne è stata arricchita. Necessita fare un po’ di memoria del fondatore e della storia del Movimento Presenza del Vangelo . Ho avuto la fortuna e la gioia di ascoltare P. Rivilli e di accoglierne l’insegnamento. Nato a Castel di Lucio il 29 novembre del 1918, fin dalla fanciullezza fu attratto da Francesco d’Assisi, giovanissimo entrò in collegio ad Acireale, compì a Bronte il noviziato e nel 39 fa la professione solenne (21 anni). Il 12 giugno del ’43 ricevette l’ordinazione presbiterale a Bagheria e visse la sua esperienza francescana e sacerdotale sentendo forte la sua vocazione come impegno apostolico di diffondere il Vangelo di Gesù Cristo. Dopo la seconda guerra mondiale nel 1945, P. Rivilli giovane frate minore francescano, fu raggiunto da un gruppo di giovani universitari a Bagheria al convento di Sant’Antonio che siinterrogavano sul perché del male nel mondo, sulla sofferenza, sulla morte. Spinto dalle sollecitazioni di questi giovani ,delusi e sconvolti da una guerra inutile e spietata, li ascolta e dice: Apriamo il Vangelo, cioè sentì forte il bisogno di rispondere ai perché della distruzione della guerra mondiale e di contribuire alla rinascita dell’uomo partendo dalla Parola di Gesù. C’è stato uno che ha detto: Io sono la verità, non una verità. Se uno non rinasce dall’alto… Bisogna incontrarsi con Lui per incontrarsi con la Verità. Uomo di Dio, attento missionario in cammino, comprese che bisognava mettersi a servizio della parola di Dio con umiltà e con coraggio per rendere il mondo più umano e più cristiano, per aiutare gli uomini a scoprire la forza della Parola di Dio. L’incontro continuo e costante attorno alla Parola di Gesù diede vita al cenacolo e di lì a qualche anno sorse il Movimento Crociata del Vangelo ** nel 47 che si irradiò in tutta la Sicilia con la fioritura abbondante dei Cenacoli, dopo in Italia e all’estero. In seguito si chiamerà Presenza del Vangelo perché si propone di

  • Affermare il Vangelo come presenza indispensabile e vitale nella vita e nella storia del mondo;
  • Aiutare gli uomini a prendere coscienza di questa presenza e a riconoscerne il valore e l’attualità;
  • Formare l’uomo in modo che il Vangelo sia in lui presenza viva ed operante, così da renderlo conforme a Cristo;
  • Rendere presente e attivo il Vangelo nelle diverse espressioni di vita ecclesiale e sociale;
  • Annunciare il Vangelo a tutti gli uomini affinchè nella loro vita il Vangelo sia presenza della verità, della gioia e dell’amore di Cristo.

“Il Vangelo non è un libro da custodire nello scaffale, ma una persona vive con cui dobbiamo incontrarci. Non possiamo conoscere e accettare il Vangelo senza impegnarci nel suo annunzio. Chi riceve il Vangelo deve donarlo “, diceva P. Rivilli e chi viaderisce deve essere lieto di lasciarsi coinvolgere da questo dono e impegnarsi sentendosi responsabile. (Da piccolo P. Rivilli cercava il volto e  attenzionava tutte le immaginette sino a portarne una al suo direttore spirituale. Questi gli mise in mano il Vangelo dicendogli: Ecco il vero volto di Gesù). Nel 1948 P. Rivilli diede vita alla comunità missionaria del Vangelo che propone la consacrazione a servizio della Parola di Dio secondo il proprio stato di vita; nel 1951 fondò l’Istituto secolare delle Missionarie Vangelo ,formato da persone qualificate che dopo avere accolto, ascoltato, incarnato nella propria vita 

la Parola, si impegnano a generare misticamente la Parola per la salvezza del mondo, ad annunziarla testimoniarla con la propria vita (di questo fece parte Lia Cerrito). P. Rivilli sentì forte la sua vocazione come impegno apostolico di diffondere il Vangelo di Gesù Cristo fu profetico in quanto non riferì il carisma ad un precisa situazione storica o ad un particolare tempo, ma ad ogni tempo e ad ogni situazione e fu promotore prima del Concilio Vaticano II, di una modalità nuova di accostarsi alla Parola, attraverso l’ascolto , I’ incarnazione, I’ annunzio e di affidare a ogni uomo il Vangelo , cosa impensabile a quei tempi perché solo la chiesa gerarchica lo possedeva e leggeva. P. Rivilli crede di avere ricevuto per grazia il carisma dell’evangelizzazione ,un grande dono che mette a servizio della chiesa e di tutti coloro che si impegnano come amici e aderiscono al Movimento attraverso il Cenacolo (era solito chiedere a chi incontrava se avesse letto il Vangelo,tutto il Vangelo educava a leggerne una pagina al giorno). Il Cenacolo è un incontro di amici che si riuniscono nel nome di Gesù, che fanno esperienza di Gesù che parla loro nella Parola ,che si ispira al cenacolodi Gesù e della comunità cristiana. P.Rivilli sottolineò il carattere ecclesiale del Cenacolo, quindi del movimento e il suo rapporto vitale con l’eucarestia traducendo in pratica quanto l’apostolo Giovanni dice nella prima lettera Ciò che era al principio,ciò che noi abbiamo udito,ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato,ossia il Verbo della vita… noi lo annunziamo a voi perchè anche voi siate in comunione con noi, la nostra comunione è col Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo (Gv 1,1-4). La Parola che ha creato l’universo, si è fatta carne rendendosi visibile attraverso l’opera dello spirito, il Verbo della vita, Giovanni l’ha visto, noi non possiamo dire la stessa cosa,ma possiamo vederlo con gli occhi della fede che nasce dall’ascolto della Parola (Rm 10,17)   

Beati coloro che credono senza vedere” (Gv 20,29). Nella Chiesa è stato sempre annunziato il Vangelo, ma con modi diversi, il carisma di Presenza del Vangelo passa nel Cenacolo che si ispira al cenacolo di Gesù, e al cenacolo di Pentecoste. P. Rivilli ritenne necessario consegnarci delle indicazioni significative i sette famosi pilastri per l’incontro cenacolare che edifica la vita e l’appartenenza al Movimento:

  • Conoscenza del Vangelo, di tutto il Vangelo, parola per parola dalla prima all’ultima parola. 
  • Studio della Parola per comprenderla nel suo reale significato, letterale, dottrinale, spirituale, morale esistenziale;
  • Meditazione assidua per interiorizzare la Parola come Maria;
  • Lettura (esperienza) esistenziale e personalizzata della Parola ,in modo che essa diventi parola di vita che trasforma la vita nella sua vita;
  • Preghiera come espressione della parola che ci mette in condizione di comprendere il linguaggio di Dio e di dialogare con Lui (la preghiera attinge alla parola per i suoi contenuti , è lode, richiesta, ringraziamento al Padre, ci apre ai doni dello Spirito di Dio);
  • Testimonianza della Parola nella propria vita ad esempio di Gesù venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità;
  • Annunzio fedele e coraggioso del Vangelo in modo che attraverso noi, sipossa ascoltare lo stesso che ha detto a coloro che egli ha chiamato al ministero dell’evangelizzazione “Chi ascolta voi, ascolta me” (Lc 10,16). 

I pilastri tracciano il cammino dall’ascolto fondamento permanente all’annunzio della Parola, affinché possiamo aderire al carisma del movimento come operai della messe , non come fruitori. Da evangelizzati diventiamo evangelizzatori. Chi è chiamato al ministero dell’evangelizzazione. Esercita un servizio ecclesiale che incide sulla qualità della pastorale e sull’azione missionaria… Ogni cenacolo diventa una occasione di grazia,una nuova provocazione per interrogarsi sul senso della propria vita, uninvito alla conversione continua . Chi ha compreso e attualizzato la spiritualità del cenacolo è stata proprio Lia Cerrito. Il cenacolo è il luogo del “vieni e vedi in cui si è accolti nella amicizia e nella fraternità per vedere le meraviglie di Dio per l’uomo, è il luogo del seme che nutre,genera , spinge all’unità tra parola ed eucarestia, è il luogo dell’accoglienza.

Lia nasce a Palermo il 14 settembre 1923, é battezzata con i nomi di Rosalia, Anna, Maria il 14 ottobre La casa dove nasce e vive per 76 anni, in Piazza Busacca, è offerta da lei al movimento Presenza del Vangelo, facendone un luogo di irradiazione della Parola di Dio. Più tardi diventa la sede dell’Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo. Nella casa è stata ricavata anche una piccola cappella dedicata al Padre Nostro. Una testimonianza preziosa racconta gli ultimi giorni di dolore e di malattia in questa casa: “Sempre da questa casa si aveva la possibilità di godere di un bel panorama di Palermo; diverse volte lei, affacciandosi, benediceva la città”. Laureata in Lettere nel 1947, insegna nelle scuole medie di Palermo fino al 1981. Nell’immediato dopoguerra incontra il francescano? Placido Rivilli, il quale dal 1946 dà vita al movimento Crociata del Vangelo. Da quel momento la sua vita è totalmente consacrata all’ascolto e all’annunzio della Parola, a servizio della pastorale nei differenti campi in cui si è trovata ad operare. Nel 1956 entra nell’ Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo, nato cinque anni prima dal movimento Presenza del Vangelo. Ne è Responsabile generale dal 1973 al 1983 e ha avuto la gioia di condurlo fino al riconoscimento pontificio, in data I gennaio 1983. Il 15 gennaio 1991 Giovanni Paolo II la iscrive ad quinquennium tra i Consultori della Sacra Congregazione per la vita consacrata, sezione Istituti secolari. Lia ha sintetizzato l’esperienza di questo servizio in un volume, Il mistero della consacrazione nell’ambiguità del mondo (1998). La sua esperienza umana si è conclusa a causa di un irreparabile male ai polmoni il primo aprile 1999, nell’anno dedicato al Padre, che lei tanto si impegnò a far amare.

“Donna della Parola”, “.tutta cielo, tutta terra” al dire di Mons. Petralia. La scelta quindi della sua appartenenza al Movimento Presenza del Vangelo e soprattutto all’Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo è determinata, dall’amore alla Parola di Dio,dalla sua forte convinzione che la spiritualità cristiana, che riprende dal concilio Vaticano II deve essere trinitaria, cristocentrica, ecclesiale, biblico-liturgica, ecumenica. Deve partire dal cuore della Parola, il “Pater”, e si esprime come cammino verso il Padre per Cristo nello Spirito. La spiritualità quindi è un cammino, come la vita dell’uomo, della Chiesa e dell’umanità. “La Parola di Dio ci si rivela, come Parola liberatrice, redentrice, salvatrice, perché, nell’amore perfetto è la libertà perfetta”. Il cuore della Parola è l’Abbà, il Padre, da questa idea ispiratrice, scaturisce l’orientamento più fondante del pensiero di Cerrito. “Tutta la Scrittura ruota attorno al Vangelo, / Il Vangelo è il cuore della Scrittura; Tutto il Vangelo ruota attorno al Padre Nostro (sintesi), / Il Padre Nostro è il “cuore” del Vangelo; / La parola “Padre” è il cuore del Padre Nostro e il cuore di tutta la Scrittura”. Giovanni XXIII diceva :Vi raccomando il Vangelo e nel Vangelo il Padre Nostro. L’uomo deve scendere fino al cuore della Parola di Dio, cioè al Padre Nostro, “che tutta la sintetizza e dal quale tutta riesplode nella dimensione filiale”. E poi bisogna scendere fino al “cuore del cuore”: la parola “Padre”. È un “cammino” continuo. Tutta la storia del mondo e della Chiesa nel mondo è uncammino verso il Padre, sorgente e culmine, inizio e meta di ogni cammino. Questo cammino deve essere fatto nella preghiera e nella quotidianità. L’uomo deve farsi cuore e braccia di Cristo: cuore per amare Dio e gli uomini del suo stesso amore e braccia per condividere con essi i beni che ci sono stati donati, per “aiutarli, amarli, liberarli”. In altri termini vivere le due dimensioni del “Padre Nostro”, quella verticale e quella orizzontale, che sarebbe la globalità della dimensione umana e cristiana. Questa idea base matura il progetto di Lia insieme a P. Puglisi che vede in Padre Nostro e mafiosità, una proposta di catechesi di conversione, cominciando da ognuno di noi (1993), ripubblicato dopo la sua morte con il titolo: “Come in cielo così in terra” (2001), mette a confronto i parametri della mafiosità, arroganza, prepotenza e violenza, con il Padre Nostro, evidenziando per antitesi i valori evangelici. Entrambi promuovono il Centro Padre Nostro nel quartiere Brancaccio. Lia è tra le promotrici, attiva ed entusiasta, della Giornata del Padre Nostro, da effettuarsi con scadenza quinquennale. La proposta parte ufficialmente nel settembre 1963 durante un corso di studio. Cerrito scrive: «La proposta, che lungo questi anni è stata sperimentata sia a livello locale (in Italia e all’estero) che a livello internazionale (1974, 1985, 1990, 1995… [2000, 2005]) suscitando ovunque stupore, commozione, gioia per la riscoperta del Padre e del Suo amore, si è dilatata in filoni di spiritualità (Cenacolo del Pater, Corsi di spiritualità, Spiritualità della famiglia, Spiritualità della vedovanza, ecc) ed anche in iniziative sociali. Il cenacolo è l’incontro di Cristo con i discepoli, realizzando la comunione più intensa con loro attraverso il dono della parola, del suo sangue e del suo corpo. Nel cenacolo nasce la Chiesa. Il cenacolo pertanto è una celebrazione, un momento di autentica e intensa comunione con Dio e con gli altri. La comunione diventa comunità e fare comunità vuol dire fare Chiesa: la comunità diventa sacramento della presenza di Cristo. La radice dell’unità e della fraternità non può esistere per Lia se non nella universale paternità di Dio. Questo vale anche per un tema da lei amato e investigato, quello dell’ecumenismo. Nel diario del 1992 scrive: “Dare all’ecumenismo un respiro veramente universale [ … ]. Gli uomini hanno nostalgia della loro fraternità, dicevamo nel ’63 proponendo la Giornata del Padre Nostro, ma non c’è fraternità senza paternità e non c’è unità senza qualcosa nella quale unirsi”. L’ecumenismo si connota sempre più in Lia come chiamata all’unità della famiglia umana, della quale l’unità dei cristiani dovrebbe essere segno e profezia. Ma è necessario cominciare dal più vicino a noi, anzi dal nostro stesso cuore: «Si tratta di ricomporre l’unità all’interno di noi, all’interno della nostra famiglia, all’interno delle nostre comunità parrocchiali, all’interno delle varie denominazioni cristiane. È tempo perso, e forse ipocrisia, parlare di un ecumenismo tra i cristiani e non cominciare con tiri “ecumenismo in casa”, tra i cattolici». E su questa unità la Cerrito ci si è impegnata con tante iniziative non ultima condivisa con i ragazzi delle scuole. Un’immagine per la Parola di Dio. Si proponeva una pagina del Vangelo da spiegare attraverso un disegno con tecniche diverse e che è arrivata a diverse edizioni. Come si svolge il Cenacolo: Preghiera iniziale comunitaria, lettura del brano scelto, commento esegetico-spirituale, condivisione, conclusioni pratiche e impegno. Anche se conosciamo i limiti della nostra debolezza e della nostra povertà,siamo consapevoli di possedere un tesoro anche se contenuto in vasi di creta. Per questo dobbiamo impegnarci seriamente nella conoscenza personale ed esperienziale del Cristo che si rivela a noi nella Parola,ed evitare la superficialità ,non essere né strada, né roccia ,né spine, ma essere terra buona che accoglie in un cuore buono la parola, la custodisce e produce frutto con la perseveranza. E pur nel frastuono dei nostri giorni dobbiamo trovare larghi spazi di silenzio per farci preghiera,capaci di immergerci in Dio per rimanere in Lui come il tralcio rimane legato alla vite,perché la nostra vita sia la sua vita in noi .