LIA CERRITO E LA GIORNATA DEL PADRE NOSTRO

 “Vi raccomando il Vangelo e, nel Vangelo, il Padre nostro”
(Papa Giovanni XXIII)

Gli amici del movimento “Presenza del Vangelo” avevano dedicato dal 1962 al 1965 un triennio di riflessione alla preghiera del Signore, la preghiera dell’unità per eccellenza, la preghiera della riscoperta fraternità, la preghiera dei “figli”.

Le piste di questo lavoro le trovammo leggendo il testamento spirituale di Papa Giovanni XXIII che diceva tra l’altro “Figliuoli miei cercate quello che di più conta nella vita: Gesù Cristo benedetto, la Chiesa, il suo Vangelo e, nel Vangelo il “Padre nostro”.

Questa espressione fu importante per tutto il movimento “Presenza del Vangelo” che aveva così ricevuto una consegna, un “mandato” al quale non ci si poteva sottrarre.

Nella vita e nella spiritualità del Cenacolo, nell’incontro assiduo con il Vangelo, gli amici del movimento erano arrivati al “cuore” di esso, al “Pater” ed esso si era rivelato a tutti “sintesi” del Vangelo, “compendio dei precetti del Signore”, come, “il modo nuovo” di entrare in relazione con Dio grazie allo Spirito Santo infuso nei cuori, proposta di unità e di fraternità.

Il “Padre nostro” l’abbiamo sempre sulle labbra e perciò crediamo di conoscerlo, lo proclamiamo solennemente, lo cantiamo nelle grandi assemblee e per questo ci sembra di possederlo.

Ma appena incominciamo a riflettervi sopra, frase per frase, parola per parola ci accorgiamo che in esso ci vengono riproposti i contenuti fondamentali della nostra fede, le ragioni della nostra speranza l’oggetto del nostro amore. Ci viene richiesto un impegno concreto di vita e una nostra risposta.

La preghiera del Signore dev’essere “accolta” nella nostra vita come “Parola di Dio” e pertanto come fermento che trasforma, come spada che penetra, come luce che giudica e anche come amore che lega il Padre ai figli nel Cristo.

(lettera di LIA CERRITO agli amici, del 03 giugno 1983)