FAMIGLIA D’AQUILA 

NOTE STORICHE SULLA FAMIGLIA D’AQUILA IN MONTELEPRE 

La famiglia D’Aquila nasce in Montelepre nel lontano 1782, data in cui il capostipite Giovanni D’Aquila, proveniente da Monreale (amico e conterraneo del nostro munifico concittadino onorario Castrenze Di Bella 1738-1797), contrae matrimonio con donna Susanna Candela, sorella del nostro benemerito concittadino Salvatore Candela, a cui va la nostra gratitudine per aver fatto erigere nel 1819, a proprie spese, una chiesa, a monte del paese, dedicandola a Maria Santissima del Monte Carmelo.

Dai succitati coniugi Giovanni D’Aquila e Susanna Candela nasceranno diversi figli dei quali ci limiteremo a ricordarne alcuni, anzitutto, Girolamo (sacerdote), 1° cappellano della suddetta chiesa del Carmine, per volontà dello zio Salvatore Candela, e poi, Rosa e Antonio coniugati, rispettivamente, con Giuseppe e Marianna Sammartino anch’essi fratelli.

Dall’unione di Giuseppe Sammartino con donna Rosa D’Aquila nasceranno Marianna, Susanna e Salvatore, quest’ultimo di professione medico che contrarrà matrimonio con donna Vincenza Galluzzo (fu Francesco notaio in Montelepre). Da tale matrimonio nasceranno: Giuseppe di professione farmacista, donna Rosa che sposerà Sua Eccellenza Filippo Riccobono, giudice mirabile e Primo Presidente della Corte di Cassazione di Palermo, e infine, Francesco che sulle orme del padre, anche lui, sarà medico.

A proposito del dottor Francesco Sammartino la coscienza mi impone l’obbligo di esaltarne le doti e le alte virtù morali, egli fu medico dotto, attento, responsabile e sempre disponibile. Ha esercitato la professione medica con profonda scienza e ineccepibile coscienza accorrendo tutti i giorni, instancabilmente, al capezzale dei suoi ammalati, cercando, con la sua presenza, di poter lenire il dolore delle loro sofferenze e se necessario di condividere anche la loro povertà materiale, infatti, laddove necessario procurava loro anche i farmaci per le cure.

Sono certo che il Signore non si sarà dimenticato di Lui, e soprattutto dell’amore che egli ha saputo elargire a quanti ha assistito e curato durante la sua lunga professione medica, facendo dono del suo tempo e se necessario anche del suo onorario a coloro che nulla avrebbero potuto dargli in cambio delle sue prestazioni mediche.

Ha fatto sua l’esortazione di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date, perché nella misura con la quale date sarà dato anche a Voi”, e ancora, “Ero malato e sei venuto a visitarmi, ecc. -ogni volta che hai fatto questo a uno solo dei miei fratelli più piccoli l’hai fatto a me-”, la sua presenza al capezzale degli ammalati non era solo quella del medico ma dell’amico della persona buona e mite che pienamente consapevole dell’umana sofferenza cercava di condividere il loro dolore, la sua era una presenza viva, sentita, che dava sostegno, come a voler dire, non preoccuparti, ecco io sono qui, al tuo capezzale per aiutarti, per curati e questa era sicuramente la migliore medicina che avrebbe potuto prescrivere ai suoi pazienti, che fiduciosi traevano speranza e sollievo dalle sue parole che erano balsamo e salutare conforto alle loro sofferenze.

Non è giusto che una persona di questo spessore cada nel dimenticatoio, Don Giuseppe Pisciotta, allora Rettore della chiesa di Santa Rosalia, appresa la ferale notizia della morte del dottore Francesco Sammartino, accorso subito, presso la sua abitazione, per portare l’estrema benedizione ha aggiunto: “è morto un professionista onesto, un vero signore che della sua professione medica ha fatto una vera ed autentica missione, è stato l’angelo consolatore dei suoi ammalati. Possa il Signore concedere alla sua anima, la pace dei buoni e dei giusti, a lui tutta la nostra stima e riconoscenza”.

Sua diletta sposa è stata donna Francesca Paternò, deceduta prematuramente, dalla quale ha avuto le figlie di seguito menzionate: Vincenza, Teresa, Matilde, Adele che sarà sposa del dottore Cracolici e Iole che sposerà il farmacista Catalfio.

Ritornando nuovamente ad Antonio D’Aquila coniugato con donna Marianna Sammartino ricorderemo la figlia donna Giuseppa coniugata Pizzo e il figlio Giovanni coniugato Sapienza (doppiamente cugini del dottore Salvatore Sammartino, per entrambi i lati paterno e materno), dall’unione di Giovanni con donna Nunzia Sapienza nasceranno: donna Marianna coniugata Simonetta, donna Serafina coniugata La Fiura, donna Susanna coniugata Di Bella (vedi foto)susanna-marianna-serafina-dacquila-e-congiunti,  Sebastiano e infine Antonio, coniugato Leto, a cui va il merito, assieme al padre Giovanni, in qualità di imprenditori, di aver reso carrabile, intorno alla fine dell’800, la strada di “Bellolampo” che collega Palermo Montelepre.

Dalla primogenita Marianna, coniugata Simonetta nasceranno i figli Salvatore ed Elisabetta (entrambi nelle foto a destra).simonetta-elisabetta

Salvatore sposerà donna Giovanna Mannino (fu Filippo e Rosina Cucinella) e da tale unione nascerà Marianna Simonetta coniugata Di Maria, anch’ella ritratta, bambina, nella foto di gruppo su esposta.

Donna Elisabetta sposerà il ragioniere Francesco Serio (fu Vincenzo e Provvidenza Galluzzo anch’ella figlia del succitato Francesco, notaio, e sorella di Vincenza sposa del suddetto dottore Salvatore Sammartino). Tale ricostruzione genealogica ci consente di capire come i fratelli Sammartino (Francesco, Giuseppe e Rosa) sono parenti (cugini) in linea collaterale (perché figli di sorelle) con i fratelli Serio (Francesco e del sacerdote Giacomo), precettore Comunale, corista della Chiesa delle Anime Sante, presidente del Monte di Prestamo e dal 29 ottobre 1884 sino al 25 giugno 1930, data della sua morte, cappellano della chiesa del Carmine.coniugi_francesco-serio-galuzzo-ed-elisabetta-simonetta-dacquila

Da Antonino D’Aquila coniugato Leto, trasferitosi in Palermo dalla data del matrimonio, nasceranno i figli Giovanni (ingegnere), Lucio (ingegnere), Alessandro, Nunzia, Amelia e Rosina. Ricordiamo la loro presenza in Montelepre, solamente nei mesi estivi, dove si trasferivano per trascorrere le vacanze nella tenuta di famiglia sita in contrada Suvarelli. In Montelepre la loro casa, attigua alla Chiesa di Santa Rosalia, era ubicata presso il cortile D’Aquila oggi Via M. Bono.

GIUSEPPE SAITTA