FRATE GIUSEPPE DI MAGGIO UN PROFETA DISARMATO 

FRATE LAICO, FONDATORE DI ISTITUZIONI CARITATIVE, A PARTINICO E A PALERMO, NEGLI ANNI DEL FASCISMO E NEL SECONDO DOPOGUERRA

Nato a Partinico nel 1897 e morto nel 1973. Dopo aver compiuto gli studi a Palermo partecipò con ardore patriottico alle manifestazioni interventistiche del 1915. Andò al fronte ricoprendo la carica di ufficiale dell’Esercito e sperimentando la precarietà della vita e l’inutilità della guerra causa di dolore e di morte per un animo portato al pacifismo. Dalla guerra uscì ferito ad una gamba e poi riprese gli studi all’Università di Palermo e poi di Roma. Nella capitale entrò nello studio del famoso avvocato Ignazio Scimonelli e compì le prime prove professionali. La sua inquietudine lo spinse ad incontrarsi con Padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, dove ebbe la direzione di una coscienza rinnovata dalla grazia e dalla luce di Cristo. Il 23 luglio del 1927 nella chiesa della Madonna del Carmine in Partinico, pubblicamente come il fraticello di Assisi si spogliò degli abiti del mondo ed indossò un saio di penitenza. Le condizioni economiche e sociali dei nostri paesi negli anni venti era paurose, elevata era la mortalità dovuta alla scarlattina, al morbillo, al tifo, alla malaria. Lo stesso Ospedale cittadino di Partinico era sfornito degli essenziali strumenti tecnici. Frate Giuseppe volle essere uomo di Dio con il suo attivismo caritativo fondando il Ricovero delle Cinque Piaghe, nell’ex Convento dei Cappuccini, che ebbe vita dal luglio 1927 alla fine del 1948. Erano i benefattori e sostenere le spese della nuova istituzione. Sin dal 1927 si unirono in questa opera anche alcune donne, vestendo il saio francescano e condividendo con Frate Giuseppe sacrifici, umiliazioni e persecuzioni. Inizialmente sia a Palermo che a Roma vennero aperte delle case, ma furono ben presto chiuse per le ostilità del governo di Mussolini. Frate Giuseppe conobbe anche il duro carcere dell’Ucciardone, l’esilio a Lampedusa e poi ad Ustica. L’opera di Frate Giuseppe suscitò, sin dall’inizio, viva ammirazione tra le classi popolari di Partinico, ravvivando lo spirito di carità cristiana, esaltando i sentimenti di pietà religiosa, ,ma sperimentando il rifiuto da parte delle Autorità Ecclesiastiche. “Frate Giuseppe fu una forte personalità, un uomo libero per le azioni caritative senza condizionamenti . Nel 1943 Frate Giuseppe, subito dopo la liberazione della Sicilia dal Fascismo, riprese possesso del suo Ricovero di Partinico ed aprì a Palermo l’Orfanotrofio delle Cinque Piaghe alla Favorita, ma venne ostacolato sia dal punto di vista politico che ecclesiastico e dopo alcuni anni dovette chiudere definitivamente le attività caritative.

Frate Giuseppe amava ripetere “non contare le azioni dei cattivi, perché ti ci smarriresti dentro”… il male che si subisce è il miglior modo per apprezzare il bene che si fa o si vuol fare, viverlo e amarlo, poiché è un elemento che fruttifica virtù e perfezione dell’anima”. Nel suo libro di pensieri “Lumen vitae” scriveva: “la menzogna svolazza ciecamente come il pipistrello che gira tra le tenebre; ma la verità canta tra i rami appena sorge il sole”.

SANTINO TERRANOVA

Bibliografia

Un profeta del Ventesimo secolo, Frate Giuseppe Di Maggio

Autobiografia, Palermo 1989

Frate Giuseppe Di Maggio, Lumen Vitae, Pensieri, Partinico 1946

Frate Giuseppe Di Maggio, Le Istituzioni Caritative (1927-1948)

    Atti del Convegno a cura di Giuseppe Cipolla, Partinico 1992

Suor M. Illuminata Ancona, Fioretti delle “Cinque Piaghe”, 2002-2003