La chiesa è il sacramento, segno e strumento del Cristo della Pasqua. San Paolo ci ricorda che “Cristo è in noi, speranza della gloria”. Riflettiamo sul brano (Col.1,24-29). San Paolo è contento di essere stato scelto fin dal seno materno maestro e testimone della Chiesa nella quale vive Cristo risorto. Ma nella Chiesa ci sono anche i limiti: è perseguitata e soffre la croce. Anche noi siamo stati chiamati a far parte della Chiesa, in questa parte del mondo e in questo momento storico. Dobbiamo vivere con intensità il presente, raccogliendo la tradizione , la sua sapienza e ricchezza preparando la fecondità gioiosa del futuro. Non possiamo vivere di sogni e di nostalgie. La Chiesa vive oggi nel tempo. Qual’ è il nostro compito? Paolo ricevette la grazia di annunziare il Vangelo di Dio ai pagani (At 9,15). Dire agli uomini che il Regno di Dio è vicino, che è necessario convertirsi e credere alla Buona Notizia (Mc 1,15) Credere nella risurrezione vuol dire che Cristo vive, vive  nella storia perché è il Signore di tutte le cose. Vive nella Chiesa perché è il suo sacramento. Vive nella debolezza e nella povertà di ogni uomo che cammina pellegrino al nostro fianco. L’apostolo Paolo poi prosegue dicendo che “il suo vanto è nella croce di Cristo” (Gal. 6,14). Egli sperimentala gioia profonda e feconda della sofferenza perché completa quello che manca alla passione di Cristo e perché soffre per la Chiesa. La realtà che noi siamo chiamati a scoprire nella Chiesa è che in essa vive Cristo. Ma questo lo scopriamo grazie alla fede. È tutta la comunità cristiana che, per la fede in Gesù ed il Battesimo, “è stata rivestita di Cristo”. (Gal 3,27). Nella Chiesa che vive nel tempo non devono scandalizzarci oscurità e miseria, povertà e peccato. È necessario che ognuno assuma la propria responsabilità di purificazione , di rinnovamento, di cambiamento.