LA COMUNITÀ CRISTIANA – Prima Parte

 Il grande lavoro della Chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II (1965) consiste nel trovare nuove forme della sua esistenza e della sua collocazione nella società. Ciò che si vuole superare è l’anonimato della appartenenza alla Chiesa. Oggi si sente più forte il bisogno di fare esperienza della Chiesa come comunità dove si possono instaurare rapporti concreti fra persone concrete. Per molti, però, sembra che la parrocchia non basti o, addirittura, non serva più. La si pensa una realtà del passato invece in essa oggi pullula una miriade di gruppi, associazioni, movimento…
A volte è assai difficile definire ciò che determina e distingue una comunità dall’altra, spesso è semplicemente un particolare linguaggio o un certo stile, manifesto nel mondo di pregare, di ritrovarsi e di operare.
Alcune volte simili forme di vita comunitaria sono scarsamente interessate agli aspetti sociali e politici della missione della Chiesa. Il vostro risveglio comunitario che oggi si registra nella Chiesa offre, senza dubbio, a molti la possibilità di una forte esperienza ecclesiale.

Anche la Chiesa dei primi tempi ha sentito con grande forza il valore dei vincoli comunitari. Negli Atti degli Apostoli San Luca ci dà questa testimonianza:” Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune … insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane…lodando Dio (At 2,42-47).

Non dimentichiamo che la prima generazione Cristiana non pensavo affatto di creare una nuova religione, staccandosi dal popolo di Israele e dalla sua tradizione di fede. È pur vero che la maggior parte degli Ebrei non riconobbe Gesù come Messia. Ma coloro che lo riconobbero non avevano lo spirito della setta, ma la consapevolezza che quello era il “nuovo” popolo chiamato da Dio. I pagani si inserirono gradatamente superando in seguito al Concilio di Gerusalemme (atti 15) le leggi mosaiche come strumento necessario per la salvezza.
Al centro di questa nuova  realtà c’è Gesù,  non la sola legge e la sola nazione di Israele.

Basta allora la fede in Gesù per appartenere al popolo di Dio ed essere salvi. Ebrei e greci, uomini e donne, schiavi e padroni tutti possono farne parte…
La forma di popolo si è perpetuata nella Chiesa soprattutto attraverso il battesimo dei bambini. La Chiesa è “popolo di Dio”non una specie di aristocrazia spirituale, non dei Superman ma gente che vi pone speranza è salvezza nella grazia di Dio più che nei propri meriti.

S. DIANICH

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