IMPARIAMO A PARLARE AL MONDO

L’apostolato dei laici non è invenzione moderna nella chiesa cattolica. l’apostolato è ed è stato sempre un dovere inerente al battesimo e i primi cristiani lo seppero così bene che furono essi a diffondere il Vangelo nel mondo allora conosciuto. Furono i soldati, gli schiavi, i mercanti che gridarono per primi la loro gioia di aver trovato Cristo e portarono la chiesa in tutto l’impero romano. La Chiesa, infatti, non è una realtà astratta ma l’insieme dei battezzati, la chiesa siamo noi. O, meglio, la chiesa è Cristo vivente e operante in ciascuno di noi. Ogni cristiano, quindi, in mezzo ai suoi fratelli ha il dovere di essere Cristo, di far si che per tramite suo Cristo continui ad essere il Salvatore dei suoi fratelli. Non si puo’ chiamare cristiano chi vive un’esperienza di fede molto superficiale e non si conforma agli insegnamenti del Vangelo. Se noi oggi chiediamo a qualcuno che cosa sia un cristiano quasi tutti rispondono: è uno che va a Messa la domenica, partecipa a Natale e a Pasqua ed il venerdi non mangia carne… Ebbene, un cristiano così è molto povero, non è capace di incidere nella società e non si preoccupa della salvezza degli altri. Non si è cristiani soltanto per il proprio tornaconto. Noi siamo stati creati per conoscere, amare e servire Dio e per farlo conoscere, amare e servire. È importante rendere attive le forze latenti che sono in ciascuno di noi. Spesso sentiamo dire che il mondo oggi non è più disposto ad occogliere il messaggio cristiano. Questo è profondamente falso forse la verità è questa, siamo noi poco disposti ad evangelizzare, ad andare tra i fratelli, a rishiare la nostra vita. Il cuore umano nasconde in sé un immenso bisogno di Dio, è affamato, assetato di Dio: nessuna realtà può impedire che l’eco di un tale bisogno arrivi di tanto in tanto al nostro orecchio. È certamente una cosa buona che il cristiano renda testimonianza , non nascosta, ma esplicita della Risurrezione di Gesù, annunciando la salvezza a coloro che la cercano, a coloro che la ignorano, a coloro che camminano nel buio. “L’anima, dice Pèguy, non va salavata come si salva un tesoro, va salvata come si disperde un tesoro, dispensandola.”

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