Note sul vangelo di S. Marco – Seconda Parte

Mc 2,1-3,6 

In questo primo periodo della sua attività nella Galilea Gesù non conosce solo l’abbraccio entusiasta della folla. Il suo parlare così nuovo e così sconvolgente, le sue attenzioni ai poveri ed ai deboli non attiravano solo consensi e giudizi positivi. Entrano così in scena gli avversari politici e religiosi.

L’evangelista Marco riporta ben cinque scontri: comprendiamo meglio l’identità di Gesù. Egli perdona i peccati, va incontro ai peccatori, è lo sposo che porta la gioia dei tempi messianici… San Marco mira così a farci comprendere cosa deve fare il discepolo e la comunità ecclesiale in questo mondo! È la fiducia in Gesù ciò che rende discepoli. Quella decisione degli inizi, che matura poi nel tempo, trasforma la fiducia degli inizi in un rapporto stabile. I pesonaggi del Vangelo sono tutte persone che hanno aderito a Gesù con fiducua; molti lo hanno seguito perché affascinati dalla sua persona. Non c’è che da scorrere le pagine dei Vangeli per incontrarsi in molti di loro: tutti gli altri discepoli, Zaccheo (Lc 19,1-10), e poi gli amici di Betania, Lazzaro, Marta e Maria… (Lc 10,38).

Per ciascuno di loro, l’incontro di Gesù ha segnato e trasformato l’esistenza, per la fiducia che nella loro vita è scattata dentro di loro. La fiducia non è una esperienza sempre lineare: essa conosce alti e bassi a cui la complessità della vita ci sottopone. La fiducia, a lungo vissuta e coltivata, diventa dentro di noi la capacità di legarci a quella persona per ciò che essa è.

La vita cristiana è in sintesi affidarci alla persona di Gesù, accompagnarci a lui ed accettare che lui si accompagni a noi nella nostra esistenza. La vita non è un destino cieco, non siamo stati abbandonati da Dio nel mondo, ma stiamo a cuore a Lui. Tutti siamo chiamati ad un amore gratuito, fedele, fecondo ed universale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *