DESTINO DEL GIUSTO E DEL PECCATORE

Brevi Riflessioni sul Salmo 37

È un poema alfabetico (acrostico) composto di versi che iniziano ognuno con una lettera seguente l’ordine dell’alfabeto ebraico. È attribuito a Davide, di contenuto riflessivo, il termine centrale è “pio” l’uomo osservante della Legge.

L’idea fondamentale del salmista è l’accesso e il processo della “terra” da parte dei giusti. Il possesso della terra è inteso come salvezza e liberazione.

È inevitabile il riferimento al libro dell’Esodo, all’uscita dall’Egitto (schiavitù) al cammino del deserto (prova) e all’ingresso nella terra promessa (liberazione).

in questo peregrinare, emergono i diritti del giusto e quelli del malvagio. Mentre il malvagio usa la violenza; il giusto invece deve riporre fiducia solo in Dio non rispondere con le medesime armi, e conservare l’innocenza per non perdere la protezione del Signore. Dio infatti premia la pazienza e la fede del giusto. Alcuni studiosi della Bibbia considerano questo testo prallelo alle “Beatitudini” del Sermone della Montagna del Nuovo Testamento. Mentre il mondo chiama beati coloro che confidano nella loro forza per avere in possesso la “terra”; il Signore chiama beati coloro che si affidano alla sua misericordia e si lasciano guidare fino al Regno dei Cieli.

“Confida nel Signore e fa’ il bene, abita la terra e vivi con fede”. Questa espressione del Salmista è un invito a perserverare nella speranza, a non fuggire. Sant’Agostino dice: “la terra del Signore e la tua, sono la sua Chiesa, che il Padre irriga e coltiva”.

Nel corso della storia della salvezza, la terra è la prima esperienza vitale e gioiosa dell’uomo unito al suo Creatore nel paradiso (Gen 1 e 2), simbolo di ostilità dopo il peccato (Gen 3,17-19). La terra purifica l’uomo (Deut 8,1-5).

La terra promessa è una realtà concreta dell’amore di Dio, che prepara Israele ai tempi messianici (Mt 5,5).

Nel Nuovo Testamento ci sono alcuni episodi dove Gesù prende contatto con “la terra”. L’adultiera (Gv 8,1-11) Gesù scrive con il dito sulla terra”.

Il cieco dalla nascita (Gv9,1-40) Gesù sputa per terra e “impasta” il fango colla sua saliva. Sant’Agostino dice che questo salmo è una esortazione alla preghiera continua. Il salmo 37 entra per la porta principale nei Vangeli, poiché è accolto nel discorso delle Beatitudini; che ci indicano una nuova concezione della vita.

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